Hervelino

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Contenuto del libro:

Su Herv Guibert e la difficoltà di scrivere e parlare di una persona amata e venerata.

"Ben presto quello fu il mio soprannome per Herv, data la mia abitudine di italianizzare i nomi delle persone più vicine e care... Hervelino: questo non mi faceva pensare tanto a Herv quanto a noi due. La parola può sembrare poca cosa, ma era lui ed ero io, l'ha presa per sé".

Mathieu Lindon incontra lo scrittore e fotografo Herv Guibert nel 1978. Il soprannome Hervelino segnò l'inizio della loro amicizia, cementata un decennio dopo dagli anni che entrambi trascorsero a Roma. Guibert era un pensionato di Villa Mdicis dal 1987; Lindon lo divenne l'anno successivo e i due rimasero in Italia fino al 1990. Gli anni romani sono al centro di questa autobiografia a due che alterna umorismo e malinconia. Guibert aveva appena saputo di essere sieropositivo e sarebbe morto non molto tempo dopo essere tornato in Francia e aver raggiunto la notorietà con il suo crudo capolavoro All'amico che non mi ha salvato la vita, in cui Lindon stesso era un personaggio.

Hervelino è un libro sulla difficoltà di scrivere e parlare di una persona amata e venerata. Nel raccontare il loro periodo in Italia, Lindon si confronta con l'impossibilità di scrivere di Guibert: "Scrivere di Roma significa saltare tutto ciò che non oso scrivere perché è così difficile dare un senso a Herv". Hervelino è la storia di un'amicizia singolare e dei libri letti e condivisi dall'amico amato e perduto. Quando si chiude con ogni iscrizione che Guibert scrisse per il suo amico Mathieu e con il commento odierno di Lindon sotto di essa, ciò che rimane sono frammenti e schegge di un'amicizia sigillata dalla malattia e dalla morte, sancita dalla letteratura e dall'amore.