False Summit: Il genere nella saggistica alpinistica

Titolo originale:

False Summit: Gender in Mountaineering Nonfiction

Contenuto del libro:

La corsa alla scalata dell'Everest ha catapultato l'alpinismo, con le sue immagini di conquista e sport, nella sfera pubblica su scala globale. Ma come metafora dell'apice delle conquiste umane, l'alpinismo rimane appannaggio del tradizionale eroismo maschile bianco.

False Summit analizza le politiche di genere nelle narrazioni delle spedizioni e nelle memorie degli alpinisti dell'Himalaya e del Karakorum. Perché le donne sono ancora una minoranza nei luoghi più alti del mondo? Julie Rak propone che il genere abbia raggiunto una “falsa vetta” - una vetta che si rivela non essere l'apice - e che l'alpinismo non sia pronto ad accogliere altri modi di scalare o altri tipi di scalatori. Per più di due secoli l'alpinismo, come attività e come ideale, ha contribuito a plasmare il modo in cui l'io viene inteso nel contesto della conquista, dell'avventura e della vicinanza al rischio.

Mentre l'alpinismo mostra segni di diversificazione, Rak si chiede perché il cambiamento sia così difficile da realizzare e perché esistano pregiudizi di genere e altre disuguaglianze nell'alpinismo. Esplorando i resoconti di spedizioni classiche e meno conosciute dall'Everest, dal K2 e dall'Annapurna, False Summit ci aiuta a capire perché l'alpinismo rimane uno dei modi più importanti per articolare le identità e le politiche di genere.