Echi di amicizia nel Vangelo di Giovanni

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Titolo originale:

Echoes of Friendship in the Gospel of John

Contenuto del libro:

L'amicizia nel mondo greco-romano assumeva una grande varietà di forme: alcune "amicizie" non erano altro che un'alleanza politica o un rapporto patrono-cliente, mentre altre comportavano una profonda intimità personale.

Quando Gesù dice che i suoi discepoli devono essere chiamati "amici", che tipo di amicizia ha in mente? L'amicizia può sembrare un motivo relativamente insignificante nel Vangelo di Giovanni, poiché l'autore non si propone esplicitamente di fare un discorso filosofico sulla natura dell'amicizia, né afferma esplicitamente che la narrazione riguarda l'amicizia. In questo studio, tuttavia, Culy, dopo aver esaminato attentamente la letteratura greco-romana sull'amicizia, dimostra che il linguaggio di quella che lui chiama "amicizia ideale" pervade effettivamente il Quarto Vangelo dall'inizio alla fine e serve come veicolo primario per caratterizzare le relazioni che vengono introdotte nel Prologo e approfondite nel corso della narrazione.

Riprendendo il motivo dell'amicizia come strumento di caratterizzazione, il Vangelo di Giovanni indica una sorprendente implicazione della vita, della morte e della risurrezione di Gesù: i seguaci di Gesù sono invitati a godere di un livello di intimità con lui che può essere effettivamente, e forse solo, paragonato al livello di intimità di cui egli gode con il Padre. Il Gesù giovanneo, dunque, non è venuto solo per salvare il mondo, ma anche per offrire a coloro che lo avrebbero seguito una relazione che i filosofi greco-romani avevano solo sognato, una relazione in cui erano presenti tutti gli ingredienti dell'amicizia ideale.