Making Worlds: Affect and Collectivity in Contemporary European Cinema
Il XXI secolo ha visto una recrudescenza della disuguaglianza economica, dell'esclusione razziale e dell'odio politico, facendo sì che le questioni dell'identità collettiva e dell'appartenenza assumessero una nuova urgenza. In Making Worlds, Claudia Breger sostiene che il cinema europeo contemporaneo offre modi di pensare e sentire la collettività che possono sfidare queste tendenze politiche.
La Breger offre letture sfumate di importanti film contemporanei come Il nastro bianco di Michael Haneke, Biutiful di Alejandro Gonzlez Irritu, Fatih Akı.
N, Ai confini del paradiso, Una separazione di Asghar Farhadi e la trilogia dei rifugiati di Aki Kaurismki, oltre a opere di Jean-Luc Godard e Rainer Werner Fassbinder. Attraverso un nuovo modello di creazione del mondo cinematografico, Breger esamina i modi in cui queste opere producono effetti inaspettati e destabilizzanti che invitano gli spettatori a immaginare nuove connessioni tra individui o gruppi. Questi film e le loro rappresentazioni di rifugiati, immigrati e comunità non si limitano a contrastare gli immaginari politici dominanti di odio e paura con appelli all'empatia o alla solidarietà. Al contrario, producono sensibilità stratificate che offrono il potenziale per una maggiore apertura alle rivendicazioni presenti, passate e future degli altri. Basandosi sul lavoro di Latour, Deleuze e Rancire, Breger affronta le questioni del genere e del realismo insieme all'eredità del modernismo cinematografico. Offrendo un ricco resoconto del cinema contemporaneo, Making Worlds teorizza la creazione cinematografica di spazi immaginativi per trovare nuovi modi di rispondere all'odio politico.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)