Futurist Conditions: Imagining Time in Italian Futurism
Il futurismo italiano visualizzò diversi tipi di movimento, che erano stati radicati nelle forze cinetiche e veicolari pervasive generate durante un periodo di drammatica modernizzazione all'inizio del XX secolo.
Tuttavia, come dimostra l'ampia ricerca intellettuale e storica dell'arte di David Mather, fu la macchina fotografica - e non il motore - a rivelarsi l'invenzione chiave con cui si misurarono molte idee e pratiche futuriste. Ribaltando diverse idee sbagliate sull'interesse del futurismo italiano per gli effetti dirompenti e distruttivi della tecnologia, Condizioni futuriste fornisce un aggiornamento rinfrescante a quella narrazione storica, sostenendo che gli approcci formali e concettuali degli artisti visivi futuristi hanno riorientato gli effetti forse disumanizzanti dell'immaginario meccanizzato verso obiettivi più umanizzanti e spirituali.
Attraverso un'analisi approfondita delle opere d'arte e degli scritti di Umberto Boccioni, Giacomo Balla e dei fratelli Bragaglia, risalenti al primo decennio successivo alla fondazione del movimento nel 1909, Il resoconto di Mather sulla loro ossessione per il movimento ruota attorno al dibattito del 1913 sul posto e l'importanza relativa della fotografia tra i mezzi artistici più tradizionali, dibattito che culminò con l'espulsione dei Bragaglia, ma che stimolò anche una serie di risposte produttive da parte di altri artisti futuristi alle mutate condizioni sociali, politiche ed economiche del mondo.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)