Punteggio:
Il libro presenta un'analisi dell'erosione dei poteri di guerra del Congresso e delle conseguenze delle decisioni presidenziali in materia di conflitti militari. Mentre alcuni lettori lo trovano perspicace, altri ne criticano i pregiudizi e il tono emotivo, soprattutto nella seconda metà.
Vantaggi:⬤ Fornisce un'analisi storica approfondita dell'erosione dei poteri di guerra.
⬤ Contiene fatti e spunti interessanti.
⬤ La prima metà è ben considerata e fa riflettere.
⬤ Utilizza un vocabolario complesso che può richiedere l'uso frequente del dizionario.
⬤ La seconda metà ha una forte percezione di parzialità, in particolare nei confronti di George W. Bush, che mina la credibilità dell'autore.
⬤ La prosa è criticata per essere al vetriolo e sarcastica, il che sminuisce le sue argomentazioni.
⬤ Alcune affermazioni mancano di note a piè di pagina e di prove.
(basato su 4 recensioni dei lettori)
Commander in Chief
Come la Corea, il Vietnam e l'Iraq hanno creato il comandante in capo e preannunciato il futuro dell'America.
Questa è una storia di poteri presidenziali sempre più ampi in un'epoca di guerre non vincenti. Harry Truman e la Corea, Lyndon Johnson e il Vietnam, George W. Bush e l'Iraq: tre presidenti, tre interpretazioni sempre più ampie della clausola del comandante in capo della Costituzione, tre guerre non vinte e tre segreti presidenziali. Il pluripremiato biografo presidenziale e storico militare Geoffrey Perret colloca questi uomini e questi eventi nel contesto più ampio del mondo del secondo dopoguerra per stabilire la loro eredità collettiva: una presidenza così potente da minare i controlli e gli equilibri previsti dalla Costituzione, creando così una minaccia permanente alla Costituzione stessa.
Nella scelta di combattere in Corea, Vietnam e Iraq, Truman, Johnson e Bush hanno fatto tesoro delle loro paure, hanno ignorato i consigli dei militari professionisti e dei principali alleati e sono stati influenzati da fatti tenuti nascosti all'opinione pubblica. Convinti che un comandante in capo sempre più potente fosse la chiave per la vittoria, hanno frainteso il momento. Dalla Seconda guerra mondiale le guerre sono diventate prove di resistenza più che di forza, e molto probabilmente gettano i semi di guerre future. Eppure, i recenti presidenti americani hanno scelto di porre il loro Paese in prima linea nel combatterle. Nel farlo, però, hanno svelato il segreto della potenza americana: con tutta la sua forza, gli Stati Uniti possono essere sconfitti dal caos e dall'anarchia.
© Book1 Group - tutti i diritti riservati.
Il contenuto di questo sito non può essere copiato o utilizzato, né in parte né per intero, senza il permesso scritto del proprietario.
Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)