Homestead, Homeland, Home: Crtitical Reflections
Questa è una raccolta di osservazioni e meditazioni del professore emerito (York University, Toronto) e filosofo Ato Sekyi-Otu su eventi, questioni, persone e idee tratte dalla storia recente e dal mondo, dagli Stati Uniti e dal Canada al Ghana. Se c'è un filo conduttore in queste voci, è questo: Praticamente tutti testimoniano l'ironica verità del detto che non c'è posto come casa, nessun posto, cioè, che assomigli alla stella polare chiamata casa o che si avvicini alla sua promessa di essere un giusto spazio di prosperità umana.
La maggior parte delle voci sono quindi dure, in particolare quelle sugli Stati Uniti. Questo perché tale nazione, a suo avviso, nella storia recente ha contribuito in modo determinante a rendere il mondo e ogni casa che abitiamo poco accogliente e a sabotare i tentativi di migliorarlo. Ma nessun luogo o persona viene risparmiato, certamente non la terra natale dell'autore, il Ghana. Il Canada compare a intermittenza in queste pagine, con osservazioni piuttosto frammentarie e contrastanti. Questa scarsità di commenti può essere considerata il complemento che l'autore fa al Canada come luogo di relativa civiltà e di barlumi di decenza in un mondo folle e crudele. È un'opera breve con immagini prevalentemente cupe. Ma ci sono alcune immagini di contrasto e invocazioni di speranza qua e là.
Ci sono 166 voci di lunghezza diseguale disposte intorno a 14 titoli. Questi epigrammi sono variazioni contrappuntistiche della bruciante imprecazione e dell'invocazione visionaria del filosofo: un'ode incompiuta, che risuona con furia intermittente, all'alba dell'esistenza umana liberata da ogni recinto tirannico.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)