Capitolo sull'amore

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Titolo originale:

Chapter On Love

Contenuto del libro:

Scritto tra la prima opera importante di Szentkuthy, Prae (1934), e il primo libro del Breviario di Sant'Orfeo (1939), Capitolo sull'amore (pubbl. 1936) esemplifica bene la scrittura dell'eccesso di Szentkuthy. Tentativo di scrittura polifonica, riunisce le prospettive di un improbabile insieme di personaggi, tra cui il sindaco di una città italiana condannata, dedito a un debilitante "impressionismo" - un'inclinazione a osservare e analizzare le più minute sfumature della realtà -, un papa nichilista, un brigante impiccato, una cortigiana e il suo decadente adoratore puberale. Essi attraversano le pagine di questo libro donchisciottesco e avvincente sotto la minaccia di una catastrofe imminente, riempiendo capitolo dopo capitolo di teorizzazioni appassionate e autogeneranti e di (finto)filosofeggiare ai margini di Empedocle, della vita e della morte, delle calze femminili, della finitezza e della mutevolezza, etica ed estetica, vitalità e legge, caos e ordine sociale fondato sull'horror vacui, l'altro sempre inafferrabile - il tutto condito da imprese quasi auto-parodiche e idiosincratiche di ratiocination e teorizzazione ad absurdum, che proliferano sull'analogia della (libera) associazione.

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Il denominatore comune del loro furore analitico e delle loro storie è l'amore, che tocca non solo l'essere umano, ma l'intera natura, dal regno delle piante a quello dei minerali. Il libro di Szentkuthy può indossare il costume del romanzo storico, ma si pone sotto il segno dello pseudo: la sua ambientazione volutamente vaga, da qualche parte in Italia verso la fine del Rinascimento, non è infatti che una maschera che lascia trasudare l'anacronismo (dei reali, delle idee, dei dati e perfino della terminologia), poiché i personaggi e le loro osservazioni sono in tutto e per tutto nostri contemporanei.

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Barocco ed esuberante, di una malinconia travolgente e di un umorismo a volte selvaggio, un (finto)trattato scritto con un'abbondanza di associazioni suggestive e lontane che evocano le pratiche surrealiste, questo strano romanzo mostra in modo allettante una strada non percorsa dal modernismo sperimentale, dell'uso contrappuntistico del punto di vista convertito in un uso contrappuntistico di osservazioni analitiche e saggistiche della realtà, e punta verso le monumentali meditazioni di Szentkuthy sulla storia sub specie whatsit nell'epopea del Breviario di Sant'Orfeo.