Altrove: Un'elegia

Titolo originale:

Elsewhere: An Elegy

Contenuto del libro:

Altrove: An Elegy medita sulla complessità della perdita, su quanto sia privato e perenne il peso del lutto, su quanto possa essere impossibile trovare la quiete quando la memoria e la musica continuano a trascinarci nel dolore.

Muovendosi tra brevi “risposte” frammentate alla stessa domanda persistente, haibun decostruiti dedicati a fantasmi e codardi, e sequenze di sogni che chiedono cosa significhi perdere il proprio padre mentre si sta imparando a diventare padre, l'oratore di Elsewhere: An Elegy non può fare a meno di vedere se stesso come il proprio padre, e il figlio neonato come il proprio giovane io, ancora in preda all'innocenza e alla completezza. L'oratore, con un senso di compassione che si sta lentamente diffondendo, ammette: “Non ho ancora capito / come liberare questo dolore costante / dalle mie poesie”.

Alla fine, egli arriva a riconoscere che il modo più salutare di elaborare il lutto è quello di dare, di tradurre la perdita in generosità, il dolore in poesia.