Abdia e Aggeo

Titolo originale:

Obadiah and Haggai

Contenuto del libro:

Questo nuovo commento si chiede se la "visione" di Abdia sia un libro profetico nel senso tradizionale del termine, oppure un appello comunitario a Dio affinché si occupi di Edom, simile al grido del Salmo 137. 7-9. Ogden suggerisce una struttura editoriale per il documento costruita intorno al v. 11, numericamente centrale, che fornisce un focus per l'appello, che cerca una risposta immediata da parte di Dio. La conclusione è che si tratta fondamentalmente di un appello affinché Dio agisca, piuttosto che di una promessa di una possibilità futura.

Il commentario di Aggeo sostiene che il documento è una raccolta di storie vagamente correlate sugli incontri del profeta Aggeo con Zorobabele e Giosuè, capi di Giudea che non condividevano il senso di urgenza del profeta nel fornire a Dio una casa rinnovata. Aggeo è visto come una figura un po' distante, la cui ristretta visione del mondo e teologia lo vedeva in conflitto con l'apertura dei due leader della comunità. La spiegazione di Aggeo della crisi che la comunità stava affrontando mostrava poca preoccupazione per il suo impatto sulla comunità, e i suoi inviti a "considerare..." li spingevano a conformarsi al suo piano per la "casa" di Dio.

Entrambi i commentari ritengono che dal momento della distruzione di Gerusalemme e del suo tempio, nel 587 a.C., e per molti anni successivi, fosse in circolazione un'ampia gamma di materiale orale che dava espressione al dolore e alla rabbia dei Giudei per l'accaduto e all'inganno della partecipazione del "fratello" Edom alla scomparsa del regno meridionale. I redattori di Abdia e di Aggeo hanno attinto a quella gamma di racconti orali che esistevano in molteplici forme per redigere i loro resoconti individuali. Entrambi i documenti hanno radici profonde nell'ideologia deuteronomistica e nazionalistica.

Ogden fornisce una lettura che privilegia gli elementi retorici del testo ebraico, tenendo conto del suo contesto storico, sociale e teologico.