Punteggio:
Le recensioni evidenziano gli aspetti intriganti della narrazione di Louisa May Alcott, soprattutto nelle sue opere meno conosciute, che mettono in luce temi come la disabilità e la profondità psicologica. Mentre alcuni apprezzano il suo talento e il suo sviluppo, altri ritengono che queste storie manchino della profondità e dello sviluppo dei personaggi dei suoi romanzi più famosi come “Piccole donne”.
Vantaggi:⬤ La capacità della Alcott di intrecciare interessanti temi teatrali ed elementi psicologici nelle sue storie è impressionante.
⬤ La raccolta offre una visione delle prospettive vittoriane sulla disabilità, aumentandone la rilevanza.
⬤ La scrittura mette in luce il talento della Alcott, rendendo alcune storie piacevoli e stimolanti.
⬤ I racconti sono percepiti come meno avvincenti rispetto alle opere principali della Alcott, come “Piccole donne” e “I ragazzi di Jo”.
⬤ La brevità dei racconti si traduce spesso in uno sviluppo insufficiente dei personaggi, poiché si affidano a situazioni artificiose per l'esposizione della storia.
⬤ Alcuni racconti presentano rappresentazioni obsolete e problematiche delle disabilità.
(basato su 3 recensioni dei lettori)
A Whisper in the Dark
Un sussurro nel buiodi Louisa May Alcott Mentre procedevamo, scrutai di nascosto il mio compagno e vidi molto che poteva interessare una ragazza di diciassette anni. Mio zio era un bell'uomo, con tutto lo smalto della vita all'estero, eppure non erano né l'avvenenza né la leggiadra disinvoltura ad attrarmi, perché anche il mio occhio inesperto intravedeva qualcosa di severo e cupo al di sotto di queste attrattive esteriori, e il mio lungo esame mi mostrò l'occhio più acuto, la bocca più dura, il sorriso più sottile che avessi mai visto, un viso che nel riposo aveva l'aspetto di chi ha condotto una vita di piaceri e ne ha imparato la vacuità. Sembrava intento in qualche pensiero che lo assorbiva e che per un certo tempo lo fece dimenticare della mia presenza, mentre sedeva con le braccia conserte, gli occhi fissi e le labbra inquiete. Mentre guardavo, la mia mente era piena di pensieri più profondi di quanto non fosse mai stata prima, perché stavo ricordando, parola per parola, un paragrafo di quella lettera letta a metà: "A diciotto anni Sybil sposerà suo cugino, il patto è stato fatto tra me e mio fratello durante la loro infanzia. Mio figlio è con me ora, e desidero che stiano insieme nei prossimi mesi, quindi mia nipote deve lasciarvi prima di quanto intendessi fare all'inizio. Fatemi l'onore di prepararla a una separazione immediata e definitiva, ma lasciate a me tutte le informazioni, perché preferisco che la ragazza rimanga all'oscuro di tutto per il momento".
Perché dovevo rimanere all'oscuro di un affare così importante? Poi sorrisi tra me e me, ricordando che lo sapevo, grazie all'ostinata curiosità che mi spinse a sbirciare nella lettera che Madame Bernard aveva esaminato con aria così ansiosa. Vidi solo un paragrafo, perché il mio nome mi bloccò l'occhio e, benché desideroso di leggere tutto, ebbi a malapena il tempo di riportare il foglio nella reticella che la vecchia anima smemorata aveva lasciato appesa al bracciolo della sua sedia. Era sufficiente, tuttavia, a mettere in fermento il mio cervello di ragazza e a farmi guardare malinconicamente mio zio, consapevole che il mio futuro era ormai nelle sue mani, perché ero orfana e lui era il mio tutore, anche se l'avevo visto solo di rado da quando ero stata affidata a madame una bambina di sei anni. Poco dopo, mio zio si accorse del mio sguardo fisso e lo ricambiò con uno altrettanto fisso per un attimo, poi disse, in un tono basso e regolare, che mal si accordava con il sorriso satirico che gli sfiorava le labbra: "Sono un compagno noioso per la mia nipotina. Come posso offrirle uno svago più piacevole che contare le mie rughe o indovinare i miei pensieri? "Ero una creatura franca e impavida, rapida nel sentire, nel parlare e nell'agire, così risposi prontamente: "Parlami di mio cugino Guy.
È bello, coraggioso e intelligente come madame dice che suo padre era un ragazzo? "Mio zio scoppiò in una breve risata, con un pizzico di disprezzo, non saprei dire se per madame, per se stesso o per me, perché il suo volto era difficile da leggere". "È una domanda da ragazza e posta ad arte, tuttavia non risponderò, ma lascerò che siate voi a giudicare". Mi sento un po' strana e smarrita nel lasciare madame, e parlare della mia nuova casa e dei miei amici mi aiuterà a conoscerli e ad amarli prima. Vi prego di dirmelo, perché ho fatto di testa mia per tutta la vita e non sopporto di essere ostacolata".
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)