Un diario nel senso stretto del termine

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Titolo originale:

A Diary in the Strict Sense of the Term

Contenuto del libro:

Quando fu pubblicato per la prima volta (nel 1967, postumo), il diario di Bronislaw Malinowski, che copre il periodo del suo lavoro sul campo negli anni 1914-1915 e 1917-1918 in Nuova Guinea e nelle Isole Trobriand, scatenò una tempesta di polemiche. Molti antropologi hanno ritenuto che la pubblicazione del diario - che Raymond Firth descrive come "questo documento rivelatore, egocentrico e ossessivo" - fosse un profondo disservizio alla memoria di una delle figure più importanti della storia dell'antropologia.

Quasi certamente mai destinato a essere pubblicato, il diario di Malinowski era intensamente personale e brutalmente onesto. Lo tenne, disse, "come mezzo di autoanalisi". Le recensioni variavano da "è a discredito di tutti gli interessati che il diario sia stato dato alle stampe" a "lettura affascinante".

Sono passati vent'anni e Raymond Firth suggerisce che il libro è passato a occupare un posto più centrale nella letteratura della riflessione antropologica. Nel 1967, Clifford Geertz riteneva che il diario, "grossolano e stancante", rivelasse Malinowski come "un narcisista invasato, auto-preoccupato e ipocondriaco, il cui sentimento per le persone con cui viveva era limitato all'estremo".

Ma nel 1988 Geertz definì il diario come un "capolavoro del backstage dell'antropologia, la nostra doppia elica". Allo stesso modo, nel 1987, James Clifford lo definì "un documento cruciale per la storia dell'antropologia".