Un bue tutto suo: Mogli reali e religione alla corte della terza dinastia di Ur

Titolo originale:

An Ox of One's Own: Royal Wives and Religion at the Court of the Third Dynasty of Ur

Contenuto del libro:

Shulgi-simti è un esempio importante di donna coinvolta nella sponsorizzazione di attività religiose pur avendo una vita familiare. An Ox of One's Own interesserà gli assiriologi, in particolare quelli interessati alla prima Mesopotamia, e gli studiosi che si occupano di donne nella religione.

An Ox of One's Own è incentrato sull'archivio di una donna morta intorno al 2050 a.C., una delle tante mogli del re Shulgi. Il suo nome di nascita è sconosciuto, ma quando si sposò divenne Shulgi-simti, “adatta a Shulgi”. Attestata solo per circa 15 anni, era presente in una corte piena di altre mogli, che probabilmente la superavano.

Per suo conto fu istituita una fondazione religiosa in cui i cortigiani, uomini e donne, donavano bestiame per i sacrifici a un insolito mix di dee e dei. Studi precedenti hanno dichiarato che si tratta di un raro esempio di regina che conduce una religione femminile, forse insolita perché si dice che provenisse dall'estero.

Le conclusioni di questo libro sono ben diverse. An Ox of One's Own” fornisce le prove che un'altra donna era regina in questo periodo a Nippur, mentre Shulgi-simti viveva a Ur ed era al massimo una concubina di terzo rango, con poche risorse economiche.

Gli esercizi religiosi di Shulgi-simti si concentravano su un quartetto di dee nord-babilonesi.