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Traces
Traces ci porta in viaggio nelle foreste di noci del Kirghizistan, tra le radici tortuose degli alberi di Angkor Wat, tra gli alberi di gomma da masticare del Messico, tra gli antichi ulivi del litorale mediterraneo e tra gli alberi più antichi dell'Inghilterra e del Galles.
Il libro si conclude con una nota positiva: la promessa di rinascita dell'olmo in Europa e del frassino in Gran Bretagna. Per Stuart Franklin, paesaggio e memoria si combinano come mezzo per vedere e documentare il mondo.
Qui l'accento è posto sugli alberi. La loro presenza (o assenza) raramente può essere separata dalla storia e dall'intervento umano. Franklin esplora quello spazio ibrido tra natura e società e tra natura e memoria.
Le fotografie guardano al paesaggio sublime e a volte inquietante, e ai ricordi che le forme strane e storte evocano e riprendono. Franklin introduce l'opera in un ampio saggio e sono presenti testi di supporto dello scultore britannico David Nash e del curatore senior di fotografia del Victoria and Albert Museum, Martin Barnes.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)