Testi di Yahweh dell'Antico Testamento nella cristologia di Paolo

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Titolo originale:

Old Testament Yahweh Texts in Paul's Christology

Contenuto del libro:

Le prime comunità cristiane si sono impegnate in riletture audaci e fantasiose delle loro Scritture, nessuna più sorprendente e potenzialmente infiammabile dei passaggi che si concentrano sul nome e sulla natura del Dio di Israele. In questo volume, David B. Capes ripercorre l'uso che l'apostolo Paolo fa dei testi dell'Antico Testamento che invocano direttamente il nome di Dio, Yahweh, per ciò che possono rivelare sulle prime credenze e pratiche cristiane.

Poiché Paolo scrive alle sue chiese in greco e cita ampiamente l'Antico Testamento dalla Septuaginta, Capes si concentra sulle citazioni e sulle allusioni veterotestamentarie in cui kyrios traduce il nome divino. Egli scopre che Paolo applica la maggior parte delle sue citazioni e allusioni ai testi di Yahweh al Signore Gesù Cristo, offrendogli così designazioni originariamente riservate al Dio di Israele.

Data l'alta considerazione che il giudaismo riservava alle Scritture e al nome divino nel I secolo, l'applicazione dei testi di Yahweh a Gesù ha un peso cristologico significativo. Questi testi rivelano che Paolo considerava Gesù più di un uomo o di un agente divino: Paolo credeva che Cristo fosse in un certo senso Yahweh stesso. Capes svela così la strategia di Paolo per la lettura delle Scritture, che fornisce una base per interpretare correttamente la venerazione di Gesù da parte del cristianesimo primitivo, comprese le preghiere e gli inni a Cristo, lo status di autorevolezza attribuito alle parole di Gesù e le nozioni di preesistenza, ruolo nella creazione e autorità di Cristo come Salvatore e Giudice escatologico. Il modo in cui Paolo rileggeva la Bibbia va di pari passo con le differenze che si svilupparono tra cristianesimo e giudaismo.