Sulla natura delle cose

Titolo originale:

On the Nature of Things

Contenuto del libro:

Intitolato De rerum natura in latino, Sulla natura delle cose, scritto da Tito Lucrezio Caro e tradotto da John Selby Watson, è un poema epico e un saggio filosofico in uno. Scritto con l'intento di spiegare la filosofia epicurea ai Romani, il poema originale era diviso in sei libri e scritto in esametri dattilici.

Il principio generale dell'opera spiega il ruolo dell'uomo in un universo governato dal caso. Si nota l'assenza degli dei da cui i Romani dipendevano. Sebbene LUCRETIO invochi la dea Venere nei versi iniziali del poema, la usa solo come allegoria del potere sessuale e riproduttivo.

Altri temi trattati nel poema sono la natura dell'anima e della mente, il motivo per cui percepiamo, sentiamo e pensiamo, i principi del vuoto e dell'atomismo, la creazione e l'evoluzione del mondo, i fenomeni celesti e terrestri (e le loro differenze). Cerca di spiegare in poche parole la vita e lo scopo dell'uomo, o la natura dell'Universo: un modo per affrontare e comprendere un mondo confuso e terrificante.

TITUS LUCRETIUS CARUS (99 a.C. circa - 55 a.C.) è stato un filosofo e poeta romano. Della sua vita si sa molto poco e la sua unica opera conosciuta è il poema epico sulla filosofia epicurea, Sulla natura delle cose.

Dedicò l'opera al famoso oratore e poeta romano Gaio Memmio, che potrebbe essere stato un amico, e si pensa che possa essere morto prima di aver terminato la stesura del poema, dato che termina piuttosto bruscamente. Il traduttore del libro, JOHN SELBY WATSON (1804-1884), era un traduttore e scrittore britannico, condannato all'ergastolo per l'omicidio della moglie nel 1872.