Strani discorsi: La politica della letteratura dialettale nell'America della Gilded Age

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Titolo originale:

Strange Talk: The Politics of Dialect Literature in Gilded Age America

Contenuto del libro:

L'America di fine Ottocento andava pazza per il dialetto: le varietà vernacolari dell'inglese americano intrattenevano il pubblico di massa in storie di "colore locale", in romanzi realisti, in poesie e opere teatrali.

Ma il dialetto era anche al centro di ansiosi dibattiti sulla degenerazione morale della vita urbana, sull'impatto etnico dell'immigrazione straniera, sulla presenza dei neri nella società bianca e sull'influenza femminile sull'autorità maschile. Le celebrazioni della rusticità del vernacolo americano sono state sminuite dal timore che il dialetto fosse una forza di dissoluzione culturale con il potere di contaminare la lingua dominante.

In questo volume, Gavin Jones esplora la politica estetica di questo trascurato "culto del vernacolo" in regionalisti poco noti come George Washington Cable, nell'opera canonica di Mark Twain, Henry James, Herman Melville e Stephen Crane, e nella scrittura etnica di Abraham Cahan e Paul Laurence Dunbar. Egli rivela le origini di una tendenza che si è approfondita nella letteratura successiva: l'uso del dialetto delle minoranze per formulare una risposta politica all'oppressione razziale e per arricchire le diverse rappresentazioni di una nazione multiculturale.