Stauffenberg: Simbolo di resistenza: L'uomo che quasi uccise Hitler

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Titolo originale:

Stauffenberg: Symbol of Resistance: The Man Who Almost Killed Hitler

Contenuto del libro:

Il 20 luglio 1944, alcuni alti ufficiali si riunirono nella Wolfschanze - la Tana del Lupo - il quartier generale di Hitler nella Prussia orientale. Tra questi uomini c'era il colonnello Claus Schenk conte von Stauffenberg, capo di stato maggiore dell'esercito di riserva, che portava con sé una valigetta piena di esplosivo.

Poco dopo mezzogiorno l'edificio fu scosso da una forte esplosione. Cinque uomini furono uccisi, altri feriti e l'interno della Wolfschanze fu distrutto. Credendo di aver ucciso il Primo Ministro tedesco, von Stauffenberg partì per Berlino per dare inizio all'Operazione Valchiria, il colpo di Stato per rovesciare il regime nazista.

Hitler, naturalmente, non morì quel giorno e Stauffenberg e i suoi cospiratori vennero arrestati e giustiziati. Ma cosa spinse Stauffenberg a tentare una simile missione? Stauffenberg era un traditore o un patriota?

Dopo decenni di analisi delle fonti e dei resoconti dei testimoni oculari, il rinomato storico Wolfgang Venohr ha rivelato la vera natura dell'uomo dietro il più audace tentativo di assassinio della Seconda guerra mondiale.

Come molti altri, Stauffenberg soffriva per l'umiliante sconfitta subita dalla Germania nel 1918 e per i termini punitivi del Trattato di Versailles. Fino alla fine degli anni Trenta, Stauffenberg era d'accordo con gran parte dell'ideologia nazionalsocialista, che cercava di ristabilire la Germania come la nazione più potente d'Europa. Ma, sempre più spesso, vede il suo Paese scivolare verso l'ennesima sconfitta per mano di un leader che ha perso il contatto con la realtà. Stauffenberg riteneva di non avere altra scelta che agire.