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Titolo originale:
Citizenship
Contenuto del libro:
Se le categorie politiche fondamentali fossero rappresentate come forme geometriche, la cittadinanza sarebbe uno di quei poliedri rotanti con superfici riflettenti che insieme creano effetti di luce e ombra. Con un discernimento straordinariamente acuto, il grande filosofo Etienne Balibar esamina una per una le varie facce di questo oggetto, più numerose - e molto più fessurate - di quanto si possa immaginare. La questione di cosa significhi essere cittadini è stata, fin dagli albori della politica occidentale, tutt'altro che chiara e lineare.
E la modernità ha dimostrato che è ancora più enigmatica e contestata.
Inseparabile dalla democrazia e dalle esigenze di uguaglianza e libertà da cui la democrazia trae origine, la cittadinanza viene costantemente ridefinita all'interno della contraddizione irrisolta tra principi universali e meccanismi discriminatori che regolano l'appartenenza a una comunità politica.
Non tutti sono cittadini, anche all'interno di uno stesso Stato nazionale. È stato detto che "alcune persone sono nella società senza essere della società". Le dinamiche di inclusione ed esclusione continuano a generare asimmetrie drammatiche e a creare aperture e chiusure, soprattutto oggi, in un momento di particolare fragilità e in cui la sovranità nazionale è in continuo mutamento. Ci sono dunque troppe antinomie nella cittadinanza? Balibar non si sottrae a queste antinomie, ma sa che rinunciare alla cittadinanza significherebbe rinunciare alla possibilità di creare nuove modalità di autonomia collettiva, in breve, di democratizzare la democrazia.
