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Dirty Leeds: Don Revie & the Art of War
Non ci sarà mai più una storia come quella del Leeds United Football Club negli anni Sessanta.
L'Inghilterra industriale del dopoguerra, un entroterra sporco nel Nord e nelle Midlands, dove lo skyline era punteggiato da vecchie ciminiere e fabbriche dall'aspetto malvagio. Era un'epoca più semplice, ma anche meno informata; se dicevi "Prosecco", "Paparazzi" e "Letterati" anche ai gentiluomini mondani della stampa, dopo il sogghigno, avresti potuto indovinare che stavi parlando di tre untuosi abitanti della linea avanzata di qualche misterioso club italiano. Il mondo dei lavoratori era fatto di cene a base di torta, piselli e purè, fish'n'chips, birra calda e un pacchetto di Woodbines.
Non ci sarà mai più una storia come quella del Leeds United Football Club negli anni Sessanta. Dalla sporcizia e dall'oscurità sono emersi Don Revie e Harry Reynolds, due nordici che si sono fatti da soli e il loro club artigianale, e questa è la loro storia, dal loro punto di vista.
Il Leeds di Revie era come la Marmite, amata dai fedeli, vituperata dagli altri, marchiata per sempre come Dirty Leeds per il suo approccio senza compromessi. Nel giro di cinque anni, il Leeds si è laureato campione una volta, si è classificato due volte al secondo posto, è stato finalista di FA Cup una volta, semifinalista due volte e ha vinto la Coppa di Lega e la Coppa delle Fiere, ma è stato definito l'ultimo esempio di imbottigliatore seriale.
Il sodalizio tra Revie e Reynolds è stato un'unione perfetta. Revie non avrebbe potuto avere successo in un altro club o senza Reynolds: i due hanno trasformato una società calcistica squallida in un gigante industriale, ma non hanno mai dimenticato la gente comune.
Nel novembre 2015, il Daily Mirror ha affermato che il Leeds era la squadra di calcio più citata dai tifosi delle squadre avversarie. Secondo il giornale, i cori contro il Leeds sono stati 117, ben 67 in più di quelli contro il Liverpool, secondo in classifica. Lo United ha ottenuto pochi risultati di rilievo calcistico dall'odissea in Champions League del 2001 e non ha più vinto argenteria dal campionato del 1992, l'ultimo anno prima dell'avvento della FA Premier League.
Eppure, l'odio per il Leeds "e per tutto ciò che rappresenta" serpeggia tra i sostenitori di tutti gli altri club. Persino il futuro "salvatore" Ken Bates, presidente del Chelsea quando i tifosi dello United danneggiarono un tabellone a Stamford Bridge nel 1984, ebbe il tarlo di promettere: "Non avrò pace finché il Leeds United non sarà cacciato dalla Football League. I loro tifosi sono la feccia della terra, animali assoluti e una vergogna. Farò tutto ciò che è in mio potere perché questo accada".
Queste parole sono state ripetute negli anni successivi dagli stessi tifosi dello United, esprimendo le loro dichiarazioni di mentalità d'assedio "Siamo il Leeds e non ci interessa". "Siamo tutti Leeds, non è vero? ' e 'abbiamo avuto i nostri alti e bassi' sono cori regolari di raduno per i fedeli non amati.
Ma perché il Leeds United è così universalmente disprezzato dai tifosi rivali in tutto il Paese?
La storia di Revie, Reynolds e del Leeds sporco è davvero unica.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)