Punteggio:
Nel complesso, i “Sessanta sonetti” di Ernest Hilbert sono apprezzati come un'impressionante raccolta di poesie d'esordio che risuona con i lettori, anche quelli che non amano la poesia. I sonetti sono lodati per la loro chiarezza, naturalezza e profondità emotiva, che catturano una vivida gamma di esperienze umane. Tuttavia, ci sono sentimenti un po' contrastanti riguardo alla potenziale complessità del background accademico dell'autore.
Vantaggi:⬤ Poesia coinvolgente e relazionabile
⬤ sonetti chiari e concisi
⬤ esperienza di lettura piacevole
⬤ cattura vividamente le esperienze umane
⬤ profondità emotiva
⬤ celebrata come una delle migliori raccolte di poesie degli ultimi anni
⬤ può piacere anche a chi di solito non ama la poesia.
Qualche timore iniziale che la formazione accademica dell'autore porti a poesie troppo complesse o oscure; un tono più cupo in tutta la raccolta potrebbe non piacere a tutti.
(basato su 7 recensioni dei lettori)
Sixty Sonnets
Calcolate in modo da riflettere i sessanta minuti di un'ora di intensa contemplazione immaginativa, le poesie del primo libro di Ernest Hilbert, Sessanta sonetti, contengono ricordi di violenza, episodi storici, riflessioni umoristiche, tranquilla disperazione, violenta discordia, indignazione pubblica e incubi privati. Un cast di personaggi in fuga condivide le proprie vite disperate: romanzieri falliti, critici letterari dimenticati, mariti crudeli, storici perplessi, rapinatori a mano armata, alcolisti senza lavoro, fidanzate esasperate, liceali che hanno abbandonato la scuola, bambini annegati e pugili sconfitti.
Questi personaggi popolano poesie d'amore ("Amore mio, sappiamo come si estinguono le specie"), satire ("Il modo della varietà umana, / Nemmeno felice solo di essere felice"), elegie ("Il bordo freddo del mondo si chiuse su di te, ti baciò / Ti chiuse") e canzoni di dolore ("Le stagioni iniziano lentamente. Finiscono anche così"). L'originale schema di rime ideato per questa sequenza -ABCABCDEFDEFGG- permette all'autore di rispolverare la "canzonetta" italiana e di americanizzare la poesia d'amore elisabettiana per il XXI secolo.
Parlando a volte in prima persona ("We'll head out, you and me, have a pint"), a volte con la voce di personaggi maschili e femminili ("I'm sorry I left you that day at MoMA"), a volte attraverso i divari storici ("Caesar and Charlemagne, Curie, Capone"), Sixty Sonnets racconta, con banalità e tragedie, storie dell'America moderna, raggiungendo infine un senso di attento ottimismo, osservando "l'ultima, nobile spinta dei vecchi modi restaurati, / Valutati e non desiderati, ammirati e ignorati". ".
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)