Servizio persiano: La BBC e gli interessi britannici in Iran

Titolo originale:

Persian Service: The BBC and British Interests in Iran

Contenuto del libro:

Da generazioni in Iran circolano voci e speculazioni sul fatto che la BBC sia coinvolta in tutti gli sconvolgimenti politici del Paese. In questo senso, la BBC è diventata un elemento di rilievo nella complessa e tormentata narrazione delle relazioni anglo-iraniane.

Il servizio persiano della BBC è stato inizialmente sviluppato nel 1940 per preparare e trasmettere la propaganda di guerra britannica. Da allora, è stato considerato da molti in Iran come parte integrante della politica britannica nella regione. Trent'anni fa, lo Scià dell'Iran considerava la radio BBC Persian Service come il suo "nemico numero uno" e la riteneva responsabile della promozione della rivoluzione del 1979.

Solo un paio di decenni prima, il BBC Persian Service era stato ampiamente accusato di essere stato complice del colpo di Stato del 1953 guidato dalla CIA contro il Primo Ministro Mohammad Musaddiq. E un decennio prima, il servizio persiano della BBC era stato fortemente legato alla destituzione di Reza Shah, pianificata dagli inglesi nel 1941.

Il servizio persiano della BBC è stato spesso percepito come un'entità che non era semplicemente un veicolo per registrare i cambiamenti che avvenivano in Iran e in tutto il Medio Oriente, ma piuttosto un agente attivo del cambiamento. In questo libro, Annabelle Sreberny e Massoumeh Torfeh ripercorrono la storia del servizio persiano della BBC, analizzando criticamente sia l'ipotesi che la BBC sia un portabandiera dell'informazione obiettiva, sia la rappresentazione di essa come semplice strumento degli interessi occidentali.

Esaminando anche la storia delle relazioni tra il Foreign Office e il BBC Persian Service, dimostrano che queste non sono mai state predefinite o rigide. Analizzano invece come entrambe le istituzioni siano passate da un interesse per quella che può essere definita grossolanamente "propaganda" orchestrata dallo Stato a una più sottile difesa del giornalismo equo ed equilibrato come miglior agente dei valori e dell'influenza britannica.