Sciocchezze medievali: Non significare nulla nell'Inghilterra del Quattordicesimo secolo

Titolo originale:

Medieval Nonsense: Signifying Nothing in Fourteenth-Century England

Contenuto del libro:

Cinquecento anni prima del “Jabberwocky” e di “Tender Buttons”, gli scrittori si preoccupavano già della questione del nonsense.

Ma anche se negli ultimi anni è emersa la prevalenza nei testi medievali del gibberish, del balbettio, del canto degli uccelli e delle allusioni alla voce nuda, persiste l'impressione che questi fenomeni siano eccezioni che confermano la regola dell'impegno teologicamente motivato dell'epoca verso il nocciolo del significato rispetto all'involucro della semplice lettera. Questo libro mostra che, al contrario, l'oggetto di studio fondamentale del pensiero linguistico medievale era la vox non-significativa, l'enunciato in quanto non significa nulla, e che questo fatto non era sfuggito a scrittori medievali di vario genere.

In una serie di letture ravvicinate e non ortodosse di opere di Prisciano, Boezio, Agostino, Walter Burley, Geoffrey Chaucer e degli autori anonimi della Nube dell'ignoto e di Sant'Erkenwald, si indaga sul modo in cui alcuni scrittori del XIV secolo riconobbero le possibilità insite nei resoconti sul linguaggio trasmessi loro dall'antichità e trasformarono tali resoconti in nuove idee, forme e pratiche di non-significazione. Recuperando un'ermeneutica premoderna dell'oscurità per fornire materiali per un'archeologia della categoria letteraria, Medieval Nonsense mostra come questi manuali linguistici, trattati mistici e poesie medievali siano stati concepiti in modo tale da arrestare la facoltà di interpretazione e costringerla a concentrarsi sullo spegnimento del senso che avviene nell'incontro con il linguaggio stesso.