Schiavitù cristiana: Conversione e razza nel mondo protestante atlantico

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Schiavitù cristiana: Conversione e razza nel mondo protestante atlantico (Katharine Gerbner)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro di Katharine Gerbner offre una profonda esplorazione di come la razza, in particolare la bianchezza, sia stata costruita storicamente e del suo rapporto con la schiavitù e il cristianesimo organizzato. È ben studiato e fornisce un'analisi sfumata dell'interazione tra le istituzioni religiose e l'istituzione della schiavitù, concentrandosi in particolare sulle contraddizioni morali affrontate dalle confessioni cristiane. I lettori apprezzano i dettagli granulari e la chiarezza delle argomentazioni di Gerbner, che rende accessibili idee complesse.

Vantaggi:

- Ricercato e documentato in modo approfondito, fornisce prove convincenti per le sue affermazioni.

Svantaggi:

- Offre un esame sfumato del rapporto del cristianesimo con la schiavitù, evidenziando le contraddizioni morali.

(basato su 7 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Christian Slavery: Conversion and Race in the Protestant Atlantic World

Contenuto del libro:

Gli schiavi potevano diventare cristiani? Se sì, la loro conversione portava alla libertà? Se no, come si poteva giustificare la schiavitù perpetua? In Christian Slavery, Katharine Gerbner sostiene che la religione fu fondamentale per lo sviluppo della schiavitù e della razza nel mondo protestante atlantico. I proprietari di schiavi nei Caraibi e altrove stabilirono governi e codici legali basati su un'ideologia di “supremazia protestante”, che escludeva la maggior parte degli uomini e delle donne schiavizzati dalle comunità cristiane. Per i proprietari di schiavi, il cristianesimo era un segno di libertà e la maggior parte riteneva che gli schiavi non dovessero essere ammessi alla conversione.

Quando i missionari protestanti arrivarono nelle colonie delle piantagioni con l'intenzione di convertire gli africani schiavizzati al cristianesimo negli anni '70 del XVI secolo, rimasero sconcertati dal fatto che la maggior parte dei proprietari di schiavi rifiutasse la prospettiva della conversione degli schiavi. Gli schiavisti attaccavano regolarmente i missionari, sia verbalmente che fisicamente, e incolpavano i nuovi arrivati dell'evangelizzazione per le ribellioni degli schiavi. In risposta, i missionari quaccheri, anglicani e moravi articolarono una visione di “schiavitù cristiana”, sostenendo che il cristianesimo avrebbe reso gli schiavi laboriosi e leali.

Nel corso del tempo, i missionari utilizzarono sempre più il linguaggio della razza per sostenere le loro argomentazioni a favore della conversione degli schiavi. I cristiani schiavizzati, nel frattempo, svilupparono una visione alternativa del protestantesimo che collegava la conversione religiosa all'alfabetizzazione e alla libertà. Christian Slavery mostra come le contese tra proprietari di schiavi, persone schiavizzate e missionari abbiano trasformato la pratica del protestantesimo e il linguaggio della razza nel mondo atlantico della prima età moderna.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780812224368
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2019
Numero di pagine:296

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)