Santuari dell'invenzione

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Titolo originale:

Sanctuaries of Invention

Contenuto del libro:

Nell'anno del Covid-19, delle serrate e dello stato di emergenza a Trinidad, non sorprende che il pensiero vada alla natura del tempo, del luogo e dell'arrivo non del tutto casuale di pandemie di morte di massa. Per Jennifer Rahim, il tempo è sia la storia che ha plasmato il presente sia l'ora della costrizione sociale e geografica.

All'inizio della raccolta, “A Tale of the Orbis Spike, 1610” (il calo registrato nei livelli di anidride carbonica quando circa cinquanta milioni di popoli nativi del Nuovo Mondo furono sterminati in seguito all'invasione dei coloni europei), ricorda che le pandemie hanno una loro storia, anche se mai priva di cause umane. Alla fine della raccolta, “No /Language is a Virus” registra il potere virale del linguaggio sia nel bene che nel male, quest'ultimo non ultimo nell'era di Trump e della rinascita del nazionalismo bianco razzista nel grande vicino di Trinidad a nord. Ma Rahim ci ricorda anche quanto conforto abbiamo tratto dalla poesia in quest'ultimo anno, perché “Le parole volano sulla tomba, rubano/ l'unico tuono che un virus può reclamare,/ e, vive,/ testimoniano la bontà che prospera silenziosamente”.

Tra questi due punti, la raccolta si espande al di fuori delle restrizioni della casa, quel luogo in cui “stiamo strategando per la sopravvivenza/ cercando in ogni starnuto/ un assassino invisibile vestito di capidoglio” - anche se i santuari dell'invenzione possono essere trovati negli spazi più piccoli - per mappare i mondi più ampi della memoria e del desiderio, in una vivida serie di poesie (“mappatura della casa”) che tracciano viaggi da Valencia, attraverso Salybia, Balandra, Rampanalgas, Cumana, Toco e L'Anse Noir - luoghi che le poesie di Rahim portano alla sensuale vita geografica, umana e storica e che fanno venire voglia di visitare. Con la celebrazione di eroi che vanno dalle donne combattenti del mito greco alle ispirazioni poetiche da Marian Moore a Eric Roach, Jennifer Rahim esorta che “la speranza/ deve essere sempre audace/ e affilata per il domani”.