Santità, etica e rituale nel Levitico

Titolo originale:

Holiness, Ethics and Ritual in Leviticus

Contenuto del libro:

In questo libro, Trevaskis sostiene che la santità nel Levitico ha sempre una dimensione etica e non è semplicemente una categoria cultuale. In questo modo si discosta dall'opinione comune secondo cui in Levitico 1-16 (P) la santità è in gran parte un concetto cultuale.

I biblisti hanno comunemente letto i testi rituali come istruzioni pratiche o prescrizioni, deducendo il significato teologico dei rituali da altre parti. Ad esempio, le interpretazioni teologiche dell'"olocausto" sono state derivate dal suo uso in contesti narrativi (ad esempio, Gen 8,20; 22,13) piuttosto che dalla sua prescrizione legale in Levitico 1. Trevaskis, tuttavia, sostiene che un comando implicito di santità esiste in alcuni testi rituali del Levitico, che sono più di semplici prescrizioni rituali.

È nella dimensione simbolica dei rituali che risiede il significato teologico. A sostegno di questa tesi, egli intraprende studi esegetici sull'"olocausto" (Levitico 1), sulle "norme di purità" (Levitico 11_15) e sull'aspetto fisico dei sacerdoti e degli animali sacrificali (Levitico 21-22).

Questi studi si inseriscono in un quadro metodologico che evita interpretazioni simboliche capricciose. Trevaskis si avvale di intuizioni linguistiche cognitive per discernere quando un testo può alludere ad altri testi all'interno del Pentateuco (in particolare Genesi 1-3), e presta attenzione all'uso da parte del legislatore di vari dispositivi retorici (ad esempio la "progressione retorica").

Poiché il comando di "essere santi" in Levitico 17-26 (H) rende esplicito solo ciò che P lascia implicito in Levitico 1-16, questo studio ha importanti implicazioni per la storia compositiva del Levitico. Diventa molto meno chiaro che la visione etica della santità di H si sia sviluppata da una critica profetica di P (come sostengono, ad esempio, Milgrom e Knohl).