Sacro shock: Inquadrare l'esperienza visiva a Bisanzio

Titolo originale:

Sacred Shock: Framing Visual Experience in Byzantium

Contenuto del libro:

“Così un miracolo lascia la sua cornice, e un dettaglio epifanico illumina un'intera epoca” - Derek Walcott, da Il mastino del Tiepolo.

L'arte non esisteva a Bisanzio. Come spiega Glenn Peers in Sacred Shock, esisteva invece una varietà di oggetti devozionali - croci pettorali, mosaici, icone e manoscritti miniati - considerati infusi di presenza divina e utilizzati nelle pratiche religiose. Ciò che interessa a Peers in questo libro provocatorio è il modo in cui la relazione tra il divino e l'umano si è manifestata attraverso oggetti artigianali e materiali.

Secondo Peers, gli oggetti devozionali di Bisanzio devono essere intesi come dotati di un dettaglio o di un luogo che svolge un ruolo importante nell'“inquadrare” il loro significato per gli spettatori. Dopo un'approfondita discussione sulle croci pettorali, Peers esamina una serie di casi di studio, tra cui la rappresentazione del sangue di Cristo nel Salterio di Chludov, un'icona di San Giorgio del XIV secolo e il Mandylion, una famosa reliquia che si pensa conservi le tracce del volto di Cristo.

Sacred Shock combina una raffinata erudizione con un'attenta analisi degli oggetti devozionali bizantini e la discussione di questioni di ampia importanza per lo studio dell'esperienza visiva. È significativo sia come esplorazione della metodologia storico-artistica sia come contributo alla nostra comprensione del mondo medievale.