Breaking the Gender Code
La storica Georgina Hickey indaga le sfide al codice della segregazione urbana di genere nel XX secolo, concentrandosi sulle iniziative organizzate per rendere accessibili alle donne gli spazi pubblici delle città americane. L'autrice ripercorre le ondate di attivismo a partire dall'era progressista, con le sue richieste di bagni pubblici, case popolari, ordinanze contro gli sputi, fermate dell'autobus coperte, uffici di collocamento, sale per il pranzo e polizia femminile, fino al femminismo di seconda ondata e alla sua attenzione per la creazione di spazi alternativi per sole donne.
Nel farlo, Hickey analizza come classe, razza e sessualità abbiano plasmato i programmi degli attivisti e le esperienze delle donne nello spazio urbano, nonché i vantaggi e i limiti di questo attivismo. L'autrice utilizza un'ampia gamma di materiali d'archivio, dalla stampa ai registri delle associazioni di quartiere ai manuali di galateo, e studia una varietà di città, da Minneapolis ad Atlanta. In tutto ciò, l'autrice traccia collegamenti tra la vulnerabilità delle donne negli spazi pubblici, reale e presunta, e i dibattiti contemporanei sulla cultura dello stupro, le leggi sui bagni e la violenza domestica.
In definitiva, Hickey svela le gerarchie istituzionalizzate che hanno fatto sentire le donne a disagio nelle città americane e le iniziative, entrambe sorprendentemente riuscite e incomplete, che gli attivisti hanno intrapreso per aprire lo spazio pubblico alle donne. Il manoscritto è organizzato in otto capitoli che si muovono cronologicamente attraverso il ventesimo secolo, con un epilogo che riflette su come questi problemi si manifestano nel presente - fornito dall'editore.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)