Rileggere l'espressionismo astratto, Clement Greenberg e la guerra fredda

Titolo originale:

Rereading Abstract Expressionism, Clement Greenberg and the Cold War

Contenuto del libro:

Dagli anni Settanta si sostiene che l'Espressionismo astratto sia stato esibito all'estero dall'establishment statunitense del dopoguerra nel tentativo di eguagliare culturalmente e rafforzare il suo ritrovato dominio economico e militare.

Il racconto dell'Espressionismo astratto sviluppato dal critico americano Clement Greenberg è spesso identificato come centrale in questi sforzi. Tuttavia, questo libro rilegge il resoconto di Greenberg attraverso Theodor Adorno e Maurice Merleau-Ponty per sostenere che la critica di Greenberg testimonia in realtà come l'Espressionismo astratto si opponga ai fini per cui è stato impiegato.

Facendo riferimento non solo agli artisti più famosi del movimento, ma anche a donne e artisti di colore che lo stesso Greenberg ha trascurato, come Joan Mitchell e Norman Lewis, si sostiene che, lungi dal rafforzare lo status quo capitalistico, l'Espressionismo astratto coinvolge elementi corporei e affettivi dell'esperienza respinti o delegittimati dal capitalismo, e promette un mondo che renda loro giustizia.