Regno della gravità

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Titolo originale:

Kingdom of Gravity

Contenuto del libro:

Da bambino, Nick Mahoka è fuggito dall'Uganda di Idi Amin e le poesie di questa raccolta si riferiscono agli orrori della guerra civile che ha spodestato la brutale tirannia di Amin. In termini politici, le poesie tracciano l'impatto dell'imperialismo e del neocolonialismo che si cela dietro quei traumi nella vita della nazione.

In termini personali, le poesie sono incastrate tra le spinte contrarie dell'attaccamento e della fuga, dell'esilio e della nostalgia. Alla base c'è un'incessante curiosità su come le persone si comportano in situazioni estreme e su ciò che rivela la nostra comune capacità umana di assecondare visioni grandiose, tradirle, dissimulare, cercare vendetta e uccidere. Non c'è presunzione di innocenza.

Si può fuggire, ma non ci si può mettere da parte. Il narratore può sognare (ma è un sogno?) un “uomo morto/che è stato punto dall'ape invisibile del mio proiettile”.

Nella raccolta c'è molta oscurità di riferimento, ma anche una ricerca speranzosa della verità e della fiducia come uniche cose che contano. Le poesie, in quanto poesie di grazia, controllo e bellezza dell'immagine, dimostrano il potere della migliore poesia di parlare di cose difficili in un modo che illumina, non solo inorridisce.

La cura con cui sono state realizzate e plasmate le poesie testimonia il fatto evidente che per Nick Makoha la poesia è diventata “Questa roccia (... ) un santuario da cui posso riparare le rovine”.