Raccogliere vite: La narrazione critica dei dati come estetica modernista nelle letterature statunitensi del primo Novecento

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Titolo originale:

Collecting Lives: Critical Data Narrative as Modernist Aesthetic in Early Twentieth-Century U.S. Literatures

Contenuto del libro:

Quasi ogni giorno i dati vengono utilizzati per raccontare le nostre vite. Gli algoritmi di categorizzazione attingono ai dati personali accumulati per assegnare destini narrativi agli individui in momenti cruciali, prevedendo e plasmando contemporaneamente i percorsi delle nostre vite.

Si ritiene che i dati ci avvicinino all'obiettività, ma i percorsi narrativi assegnati da questi algoritmi sembrano, il più delle volte, replicare i pregiudizi su chi un individuo è e potrebbe diventare. Mentre gli effetti sociali di queste logiche algoritmiche sembrano nuovi e urgenti da considerare, Collecting Lives guarda alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo negli Stati Uniti per fornire una preistoria istruttiva alla questione di fondo del rapporto tra dati, vita e narrazione. Rodrigues contestualizza l'applicazione della raccolta di dati all'identità umana negli Stati Uniti di fine Ottocento e inizio Novecento per scoprire un'estetica modernista dei dati che offre un'alternativa alla logica algoritmica che pervade il nostro senso del potenziale rivelatore dei dati.

Esaminando il lavoro di W. E.

B. Du Bois, Henry Adams, Gertrude Stein e Ida B.

Wells-Barnett, Rodrigues si chiede come ognuno di questi autori attinga dal proprio lavoro in sociologia, storia, psicologia e giornalismo per formulare un'estetica critica dei dati nel tentativo di rispondere a questioni di identità legate alla razza, al genere e alla nazione, sia nella ricerca che nella scrittura della propria vita. Questi modernisti guidati dai dati non solo raccontano storie di vita diverse con i dati, ma raccontano storie di vita diverse grazie ai dati.