Putin e il ritorno della storia: Come il Cremlino ha riacceso la guerra fredda

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Titolo originale:

Putin and the Return of History: How the Kremlin Rekindled the Cold War

Contenuto del libro:

L'invasione dell'Ucraina da parte di Vladimir Putin ha ridisegnato la storia. Nei decenni successivi al crollo del comunismo sovietico, l'Occidente si convinse che la democrazia liberale sarebbe stata d'ora in poi il sistema di governo dominante, in definitiva unico. Un'esplosione di trionfalismo occidentale ha proclamato un mondo unipolare guidato dagli Stati Uniti autorizzato a "imporre la democrazia" ai Paesi che non riconoscevano il nuovo ordine. I politici preconizzarono l'universalizzazione dei valori occidentali come forma definitiva e duratura della società umana, un'arroganza che ha plasmato il modo in cui l'Occidente avrebbe trattato la Russia per i due decenni successivi. Ma la storia non era finita. Gli eventi successivi hanno dimostrato che non è saggio fare previsioni, soprattutto sul futuro. Nel febbraio 2022, Vladimir Putin si è divertito a dimostrarlo.

Putin è un paradosso. Nei primi anni della sua presidenza, sembrava impegnarsi nell'amicizia con l'Occidente, suggerendo che la Russia avrebbe potuto aderire all'Unione Europea o persino alla NATO. Ha detto di sostenere la democrazia del libero mercato e i diritti civili. Ma il Putin di quegli anni è oggi irriconoscibile. Il Putin del 2020 è un nazionalista autocratico, dedito alla repressione in patria e al militarismo anti-occidentale all'estero. Quindi, cosa è successo? Mentiva quando proclamava il suo sostegno alla libertà, alla democrazia e all'amicizia con l'Occidente? Oppure era sincero? Ha cambiato opinione in qualche momento tra allora e oggi? E se è così, cosa è successo per cambiarlo?

Putin e il ritorno della storia esamina queste domande nel contesto del passato millenario della Russia, rintracciando le forze e i miti che hanno plasmato la politica di aggressione di Putin: il perdurante terrore dell'accerchiamento da parte di estranei, la sottomissione dell'individuo alla causa dello Stato, i valori collettivisti che consentono il sacrificio di vite umane in battaglia, la disponibilità a mentire e ingannare, la cooptazione della religione e la fede nella missione della Grande Russia di cambiare il mondo.