Proiettili e non schede elettorali: Il successo nella guerra di controinsurrezione

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Titolo originale:

Bullets Not Ballots: Success in Counterinsurgency Warfare

Contenuto del libro:

In Bullets Not Ballots, Jacqueline L. Hazelton contesta l'affermazione secondo cui la conquista di "cuori e menti" è fondamentale per il successo delle campagne di controinsurrezione.

Il buon governo, secondo questa saggezza convenzionale, fa guadagnare al governo assediato il sostegno popolare, nega il supporto all'insurrezione e rende possibile la vittoria militare. Hazelton sostiene che i principali successi controinsurrezionali dalla Seconda guerra mondiale in poi non sono stati ottenuti attraverso riforme democratiche, ma piuttosto attraverso l'uso della forza militare contro i civili e la cooptazione delle élite rivali.

Hazelton offre nuove analisi di cinque casi storici spesso additati come esempi dell'efficacia del buon governo nel porre fine alle ribellioni - l'emergenza malese, la guerra civile greca, la ribellione Huk nelle Filippine, la ribellione del Dhofar in Oman e la guerra civile salvadoregna - per dimostrare che, per quanto sgradevoli, sono state proprio la repressione brutale e la corruzione a porre fine a ciascun conflitto. Mostrando come la compellenza funzioni nei conflitti intrastatali, Bullets Not Ballots chiarisce che, a prescindere dal fatto che la comunità internazionale decida o meno che questi costi umani, morali e materiali siano accettabili, una politica responsabile richiede di riconoscere le componenti effettive del successo dei controinsorti e la limitata influenza che le potenze esterne hanno sulle tattiche delle élite dei controinsorti.