Piccoli dei: prospettive sul drone

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Titolo originale:

Small Gods: Perspectives on the Drone

Contenuto del libro:

Small Gods decostruisce la mitologia del drone: suono rilassante, spia aerea e macchina per uccidere.

Quando si parla di “tecnologia dei droni”, si può intendere il tanpura, uno strumento a corde pizzicate originario dell'India del XVI secolo, o il Gorgon Stare, una tecnologia di sorveglianza aerea progettata dall'esercito statunitense - ed evocare nozioni contrastanti di terrore e trascendenza. Small Gods si appoggia a questa ambiguità.

Ogni capitolo si concentra sull'opera di un artista che ha una concezione unica del “drone”, e il libro illumina una miriade di sfaccettature di queste entità tecnologiche. Aprendosi con il primo sguardo di William Basinki alle nubi di cenere dell'11 settembre - che hanno generato sia The Disintegration Loops sia la guerra al terrorismo condotta dai droni - la narrazione si addentra poi nei giochi di prestigio rappresentativi di artisti britannici e americani preoccupati dalla partecipazione dell'Occidente alle guerre infinite con i droni. La parte centrale della mostra ci porta in una situazione di stallo: Angst di Anne Imhof, il corridore sorvegliato dai droni di Anna Mikkola e il libro di memorie sulla guerra dei droni di Atef Abu Saif trovano una folle sicurezza nella noia, sollevando domande sul compromesso tra sicurezza e sorveglianza.

Nella sezione finale, la narrazione si svincola dall'oppressione terrena: siamo liberi di esplorare mondi futuri e spirituali con artisti come Korakrit Arunanondchai, Lawrence Lek e WangShui, che utilizzano la tecnologia dei droni per immaginare un futuro al di là del peso del colonialismo, del razzismo, dell'esclusione o, semplicemente, della rappresentazione. Il metallo vuoto diventa un contenitore per la fuga, la connessione o l'intenzione; uno spirito rivolto al futuro, un viaggio nell'aldilà, un dio o un fantasma.