Paradox and Representation: Silenced Voices in the Narratives of Nakagami Kenji
Come può essere rappresentata la voce “senza voce”? Questa domanda primaria è alla base dell'analisi di lshikawa di alcune opere dello scrittore buraku Nakagami Kenji (1946-1992). Nonostante il suo background buraku, il privilegio di Nakagami come scrittore gli ha reso difficile “ascoltare” e “rappresentare” le voci messe a tacere dalle strutture sociali tradizionali in Giappone.
Questo “paradosso della rappresentazione della voce messa a tacere” è il tema chiave del libro. Gayatri Spivak teorizza la (im)possibilità di rappresentare la voce dei “subalterni”, quelli oppressi dall'imperialismo, dal patriarcato e dall'eteronomia. Sostenendo che i Burakumin sono i “subalterni” del Giappone, Ishikawa si ispira a Spivak per analizzare i testi di Nakagami.
La prima metà del libro rivisita il tema dell'uomo burakumin trasgressivo. Questa sezione comprende l'analisi di un racconto raramente discusso di un uomo violento e della sua moglie messa a tacere.
La seconda metà del libro si concentra sulle voci raramente ascoltate delle donne Burakumin della trilogia di Kiyuki. Satoko, la prostituta, commette inconsapevolmente un incesto con il fratellastro Akiyuki.
L'anziana Yuki sacrifica la sua giovinezza in un bordello per sfamare la famiglia orfana di padre. La lettura ravvicinata della rappresentazione di Nakagami delle voci silenziate di queste donne sessualmente stigmatizzate è il contributo unico di questo libro alla ricerca su Nakagami.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)