Palma Africana

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Contenuto del libro:

"È l'elisir contemporaneo da cui emerge ogni tipo di essere, il sublime metamorfico, il sogno di un alchimista". Così inizia Palma Africana, l'ultimo tentativo dell'antropologo Michael Taussig di dare un senso al momento contemporaneo. Ma a quale elisir si riferisce?

L'olio di palma. L'olio di palma è presente in metà dei prodotti confezionati nei nostri supermercati, dalle patatine allo smalto per unghie. Entro il 2020, la produzione mondiale sarà il doppio di quella del 2000. In Colombia, le piantagioni di olio di palma stanno ricoprendo cornucopie un tempo ricche di animali, uccelli e piante. Con il tempo, minacciano i mezzi di sussistenza delle popolazioni indigene e danno luogo a condizioni di lavoro abusive e a gravi violazioni dei diritti umani. L'elenco degli orrori intrecciati - climatici, biologici, sociali - è lungo. Ma Taussig non si sente confortato dalle solite etichette: "perdita di habitat", "violazione dei diritti umani", "cambiamento climatico". Lo shock di queste parole è passato; oggi è tutto confuso. Da qui l'attenzione di Taussig per le parole e la scrittura in questo lavoro. Egli prende spunto dalle riflessioni dei precursori: Il suggerimento di Roland Barthes secondo cui gli alberi formano un alfabeto in cui la palma è la più bella; la risposta di William Burroughs ai critici secondo cui per lui le parole sono come animali - tagliate come pagine e lasciate libere le parole.

Immersa in una vita di esplorazioni filosofiche ed etnografiche, Palma Africana sminuisce la banalità della distruzione che avviene intorno a noi e offre una visione penetrante della condizione globale. Riccamente illustrato e scritto con una verve sperimentale, questo libro è il Tristes Tropiques di Taussig per il ventunesimo secolo.