Note di basso: Il jazz nella cultura americana: Una visione personale

Punteggio:   (4,6 su 5)

Note di basso: Il jazz nella cultura americana: Una visione personale (Chuck Israels)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro, scritto da Chuck Israels, offre una profonda e candida esplorazione della musica jazz e del suo significato culturale attraverso gli occhi di un esperto bassista. La narrazione approfondisce le esperienze personali di Israels, i suoi rapporti con musicisti iconici e l'evoluzione del jazz dalla sua prospettiva unica. La scrittura è avvincente e informativa, e si rivolge sia ai musicisti jazz che agli appassionati.

Vantaggi:

Scrittura coinvolgente e sofisticata
vividi aneddoti personali
analisi approfondita della storia e della cultura del jazz
riflessioni schiette sulle lotte personali e sull'industria musicale
lezioni preziose applicabili al di là della musica
accattivante sia per i musicisti che per i lettori generici.

Svantaggi:

Alcuni lettori hanno notato un tono di amarezza nei confronti della musica contemporanea e delle tendenze educative
uno stile di scrittura occasionalmente ponderoso
la delusione per il fatto che il libro si conclude nel 1980, lasciando ai lettori la voglia di saperne di più sulla vita e sulla carriera di Israels.

(basato su 9 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

Bass Notes: Jazz in American Culture: A Personal View

Contenuto del libro:

Dalla sua educazione come "bambino dal pannolino rosso" tra alcuni dei protagonisti della musica americana e della politica di sinistra, al suo leggendario lavoro come bassista del trio di Bill Evans, alle sue collaborazioni con personaggi come Charles Mingus e Billie Holiday, Chuck Israels è stato testimone di oltre mezzo secolo di cambiamenti e innovazioni nella musica jazz americana.

In Bass Notes, l'autore offre un libro di memorie avvincente e una meditazione sulla storia della musica jazz e sulle sue prospettive per il futuro. Oltre alle affascinanti storie del suo lavoro con musicisti come John Coltrane, Joan Baez e Herbie Hancock, offre una visione dall'interno della misteriosa alchimia che si verifica quando abili improvvisatori jazz si riuniscono.

Come spiega, la combinazione di collaborazione disciplinata e libertà individuale non è solo esaltante per i musicisti, ma è anche un riflesso e un modello ispiratore della democrazia e del potenziale per una vera uguaglianza razziale. Israels racconta la sua decisione di lasciare il trio di Bill Evans per approfondire la sua formazione musicale e svilupparsi come compositore - e la sua scelta di non rientrare nel trio negli ultimi anni di Evans. Citando sviluppi come il predominio della formazione nei conservatori e tentativi sconsiderati di crossover con la musica classica e il pop, fornisce anche un resoconto appassionato ma non sentimentale di come il jazz abbia perso il suo primato nel pantheon della musica americana, pur essendo il contributo più distintivo dell'America alla musica mondiale.

Esplora gli ostacoli che i migliori giovani jazzisti di oggi devono affrontare dopo i giganti delle generazioni precedenti e le opportunità sempre più scarse di guadagnarsi da vivere come musicisti. Ma nonostante tutto ciò, Israels sostiene che la ricca e duratura eredità del jazz non andrà perduta e mostra come possa essere non solo sostenuta ma anche ampliata negli anni a venire.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9781493074846
Autore:
Editore:
Lingua:inglese
Rilegatura:Copertina rigida
Anno di pubblicazione:2023
Numero di pagine:240

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)