Non vogliamo che i cancelli si chiudano tra noi: Le reti di nativi e la diffusione della danza fantasma

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Non vogliamo che i cancelli si chiudano tra noi: Le reti di nativi e la diffusione della danza fantasma (Justin Gage)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro “Non vogliamo che i cancelli siano chiusi tra noi: Native Networks and the Spread of the Ghost Dance” di Justin Gage offre una visione approfondita del contesto storico del movimento della Ghost Dance dei nativi americani e del suo significato durante un periodo di genocidio culturale. Esplora come l'alfabetizzazione e le ferrovie abbiano facilitato la comunicazione e la connessione tra le tribù di nativi americani, alimentando la speranza durante le loro lotte contro l'oppressione.

Vantaggi:

Stile di scrittura ben studiato, informativo e accessibile. Fornisce una prospettiva unica sulla storia dei nativi americani e sul movimento della Ghost Dance. Evidenzia il ruolo della comunicazione e dei trasporti nel rafforzamento delle reti dei nativi.

Svantaggi:

Forse non approfondisce le implicazioni storiche più complesse o più ampie al di là della Danza Fantasma. Alcuni lettori potrebbero preferire un linguaggio più denso e accademico, che non è l'obiettivo di questo libro.

(basato su 1 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

We Do Not Want the Gates Closed Between Us: Native Networks and the Spread of the Ghost Dance

Contenuto del libro:

Negli anni Sessanta e Settanta dell'Ottocento, il governo degli Stati Uniti costrinse la maggior parte dei nativi americani occidentali a stabilirsi nelle riserve. Questi pezzi di terra sempre più piccoli avevano lo scopo di trasferire, contenere e separare questi popoli nativi, isolandoli gli uni dagli altri e dalle popolazioni bianche che attraversavano le pianure. We Do Not Want the Gates Closed Between Us racconta la storia di come i nativi americani hanno resistito a questo sforzo costruendo vaste reti di comunicazione intertribali, unite dalla scrittura di lettere e dalle visite fuori dalle riserve.

Di fronte alle conseguenze del colonialismo americano - le costrizioni, la perdita di popolazione e la povertà - i nativi americani, lungi dall'accettare passivamente il loro destino, si mobilitarono per controllare le proprie fonti di informazione, diffondere e rafforzare le idee, discutere collettivamente e opporre resistenza alle onerose politiche governative. Justin Gage ripercorre questi sforzi, basandosi su un'ampia documentazione inedita, tra cui più di cento lettere scritte dai nativi americani del XIX secolo. Il suo lavoro mostra come i Lakota, i Cheyenne, gli Utes, gli Shoshones, i Kiowa e decine di altre nazioni tribali dell'ovest abbiano usato astutamente il sistema educativo repressivo del governo statunitense e i meccanismi del colonialismo americano, in particolare le ferrovie e il servizio postale, per raggiungere i propri scopi. Così i nativi usarono l'alfabetizzazione, uno strumento primario di assimilazione per i politici statunitensi, per decolonizzare le loro vite molto prima di quanto gli storici abbiano notato.

Mentre le storie precedenti hanno ipotizzato che la stessa Danza Fantasma fosse responsabile della creazione di nuove reti tra le tribù occidentali, questo libro suggerisce che le reti intertribali formatesi negli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento abbiano in realtà facilitato la rapida diffusione della Danza Fantasma nel 1889 e nel 1890. Documentando l'evoluzione e il funzionamento delle reti intertribali, Gage ne dimostra l'efficacia e riconosce per la prima volta come, grazie all'attivismo dei nativi, la comunicazione interculturale a distanza persistesse nell'Ovest americano colonizzato.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780806186368
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:2022
Numero di pagine:376

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)