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Il libro “Non è un numero: La vita di Patrick McGoohan” di Rupert Booth presenta un'esplorazione completa della vita e della carriera di Patrick McGoohan, acclamato attore e creatore dell'iconica serie televisiva ‘Il prigioniero’. Sebbene offra spunti profondi e ricerche approfondite sulla complessa personalità di McGoohan e sui suoi contributi all'arte, alcuni lettori ne criticano lo stile di scrittura, le tendenze al culto dell'eroe e i problemi editoriali.
Vantaggi:⬤ Fornisce una panoramica affascinante e dettagliata della vita e della carriera di Patrick McGoohan.
⬤ Ben studiato con approfondimenti tratti da interviste e testimonianze personali.
⬤ Apprezzato per il suo stile narrativo simile a quello di un romanzo.
⬤ Include una prospettiva temporale sugli spettacoli televisivi e i film di McGoohan.
⬤ Offre nuove prospettive che possono illuminare sia i nuovi fan che gli ammiratori di lunga data.
⬤ Lo stile di scrittura può risultare a volte eccessivamente adulatorio.
⬤ Alcuni contenuti potrebbero sembrare ridondanti per i lettori che hanno già familiarità con il lavoro di McGoohan.
⬤ Errori redazionali, come la punteggiatura e l'impaginazione, tolgono valore all'esperienza di lettura.
⬤ Affidamento a congetture e interpretazioni piuttosto che a fonti originali, a causa della natura privata di McGoohan.
⬤ Disponibilità limitata in alcune regioni, che rende difficile l'accesso ad alcuni fan.
(basato su 51 recensioni dei lettori)
Not a Number: Patrick McGoohan - A Life
Quando Patrick McGoohan arrivò per la prima volta sugli schermi britannici, interpretando Danger Man nel 1960 e il ruolo di "No 6" nella serie cult The Prisoner, il pubblico rimase colpito dal suo carisma.
Gli addetti ai lavori salutarono l'arrivo di un genio enigmatico e Hollywood si fece avanti. Ma chi era quest'uomo che aveva lavorato come allevatore di polli e impiegato di banca prima di diventare un attore di grande successo? In questa biografia aggiornata, Rupert Booth svela il vero carattere di un uomo il cui comportamento fuori dallo schermo era avvincente quanto la sua focosa personalità sullo schermo.
Perché era così puritano? Rifiutava persino di baciare una donna per qualsiasi ruolo interpretasse? Perché era così dispotico sul suo lavoro in The Prisoner e in altre produzioni? Un'esplorazione puntuale dell'uomo la cui dichiarazione "Non sarò spinto, archiviato, timbrato, indicizzato, schedato, de-briefato o numerato" continua a risuonare con il pubblico decenni dopo essere stata pronunciata per la prima volta con tanta convinzione.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)