Non è personale: Body Art e performance post-sessantottina

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Titolo originale:

It's Not Personal: Post 60s Body Art and Performance

Contenuto del libro:

Come fa qualcosa di così potente ed evocativo come il corpo a diventare un materiale artistico relativamente neutro? A partire dagli anni Sessanta, gran parte della body art e delle performance si sono conformate all'etica anti-espressiva del minimalismo e del concettualismo, pur continuando a utilizzare l'irresistibile forma umana.

Ma come è possibile che questo strano miscuglio di vigore e impersonalità sia riuscito a trasformare il corpo in un mezzo espressivo per l'arte visiva? Concentrandosi su artisti famosi come Lygia Clark, Marina Abramovic e Angelica Mesiti, Susan Best esamina il modo in cui i corpi sono configurati nell'arte tardo moderna e contemporanea. Individua tre modi principali in cui vengono utilizzati come materiale e sostiene che queste formulazioni consentono di esporre questioni sociali e psicologiche urgenti.

Allineando abilmente questa nuova tipologia di body art e performance con la teoria critica, l'autrice solleva questioni relative al genere, all'intersoggettività, alla relazione e alla comunità che continuano a dominare la nostra conversazione artistica e culturale.