Noi la chiamavamo musica: Una generazione di jazz

Punteggio:   (4,6 su 5)

Noi la chiamavamo musica: Una generazione di jazz (Eddie Condon)

Recensioni dei lettori

Riepilogo:

Il libro fornisce un resoconto coinvolgente e approfondito della storia del jazz attraverso gli occhi di Eddie Condon, descrivendo le sue esperienze, le sfide affrontate dai primi musicisti jazz e il loro cameratismo. Presenta storie divertenti di personaggi famosi del jazz e descrive l'atmosfera vibrante della scena jazzistica durante i suoi inizi.

Vantaggi:

La narrazione coinvolgente
informazioni sulla storia del jazz e sui musicisti
aneddoti divertenti
spunti di riflessione relativi e umoristici
riflessioni approfondite sulla musica e le sue origini
si rivolge sia ai fan occasionali che a quelli più appassionati.

Svantaggi:

Alcuni lettori potrebbero trovare eccessivi i dettagli sull'educazione di Condon; i lettori alla ricerca di una narrazione mirata su specifici musicisti potrebbero pensare che il libro vada fuori strada.

(basato su 14 recensioni dei lettori)

Titolo originale:

We Called It Music: A Generation of Jazz

Contenuto del libro:

Eddie Condon (1905-1973) è stato il pioniere di un tipo di jazz noto come Chicago-Dixieland, anche se i musicisti si riferiscono ad esso semplicemente come stile Condon. Suonato da piccoli ensemble con un ritmo incalzante, era ed è una musica informale ed eccitante, leggermente disarticolata e spesso maliziosa. Lo stesso si può dire dell'autobiografia di Condon, We Called It Music, un libro ampiamente celebrato per aver catturato il cameratismo del primo jazz.

L'arguzia di Condon era leggendaria quanto la musica che promuoveva. Ecco Condon sul jazz moderno: "I boopers hanno le loro quinte piatte. Noi consumiamo le nostre". Su Bix Beiderbecke: "Il suono veniva fuori come una ragazza che dice sì". Sulla metropolitana di New York: "Era il mio primo viaggio in una fogna". Quando il suo libro di memorie fu pubblicato per la prima volta, con grande successo, nel 1947, era ben noto come editorialista di giornali, personaggio radiofonico, gestore di saloon, chitarrista e bandleader. Era l'uomo ideale per fare un ritratto approfondito degli albori del jazz bianco, e il suo libro offre testimonianze impareggiabili di molti dei grandi del jazz di quell'epoca, tra cui Beiderbacke, Fats Waller, Jack Teagarden, Jimmy McPartland, Gene Krupa, Bessie Smith, Louis Armstrong e Bing Crosby.

Erano i tempi in cui il jazz era popolarmente associato a Paul Whiteman e Irving Berlin. Condon considerava il vero jazz una musica fuorilegge e lui stesso un fuorilegge. Lui e i suoi collaboratori cercarono di avvicinarsi il più possibile alle radici nere del jazz, cosa scandalosa negli anni Venti. Lungo il percorso facilitò una delle prime sessioni di registrazione integrate.

We Called It Music, ora pubblicato con un'introduzione di Gary Giddins che colloca il libro nel contesto storico, rimane una lettura essenziale per chiunque sia interessato agli inizi selvaggi e irrequieti della grande arte musicale americana, o all'arguzia e all'aceto di Eddie Condon.

Altre informazioni sul libro:

ISBN:9780306804663
Autore:
Editore:
Rilegatura:Copertina morbida
Anno di pubblicazione:1992
Numero di pagine:384

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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)