Morti improvvise a St. Louis: I pregiudizi del medico legale nell'età dell'oro

Titolo originale:

Sudden Deaths in St. Louis: Coroner Bias in the Gilded Age

Contenuto del libro:

Storia sociale delle indagini sui decessi nel Midwest urbano

Teatro di una miriade di morti macabre, la St. Louis di fine Ottocento era un focolaio di omicidi, suicidi, alcolismo, aborti e incidenti sul lavoro. Il ruolo dei coroner della città della Gilded Age non è stato finora completamente esaminato, contestualizzato o interrogato. Sarah E. Lirley indaga sul processo di determinazione di questi esiti, scoprendo che le decisioni dei coroner non erano uniformi, ma piuttosto variavano a seconda di chi conduceva l'inchiesta. Questi affascinanti casi di studio esplorano le vite dei defunti, così come le loro famiglie, le comunità, la copertura giornalistica degli eventi e i coroner stessi.

Morte improvvisa a St. Louis è uno studio su 120 inchieste dei coroner condotte tra il 1875 e il 1885. Ogni capitolo analizza la tipicità e l'atipicità dei verdetti di morte. All'epoca, i risultati imprecisi e le indagini sommarie alimentavano le critiche agli uffici dei coroner per il fatto di impiegare laici poco preparati. I coroner presentati in questo libro avevano il potere di plasmare la percezione pubblica del defunto e spesso si basavano su una reputazione preesistente per determinare la causa della morte. Per esempio, le donne che lavoravano come prostitute erano probabilmente dichiarate suicide, indipendentemente dal fatto che fosse effettivamente così, e le donne che erano membri rispettati delle loro comunità, in particolare le madri, ricevevano spesso sentenze di suicidio causato da pazzia. I verdetti dipendevano anche in parte dalla disponibilità di testimoni, compresi i familiari, per determinare se un'altra persona poteva essere ritenuta responsabile della morte. Il libro di Lirley mette in luce le storie di uomini e donne comuni la cui vita è stata tragicamente interrotta e l'ingiustizia che hanno ricevuto anche dopo la morte.