Mirza Mehdi, Ghusn-i-Athar

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Contenuto del libro:

Versione in lingua persiana - La drammatica storia dell'amato figlio di Bahá'u'lláh, che cadde da un lucernario del tetto della prigione dove lui, la sua famiglia e molti altri bahá'í erano imprigionati, e che sacrificò la sua vita affinché altri potessero raggiungere la presenza della Manifestazione di Dio e, in ultima analisi, realizzare l'unità del mondo.

È nella natura del mistero del sacrificio che coloro che si sacrificano spesso non sono consapevoli della portata del potere spirituale che stanno liberando. E questo sembra essere stato il caso dell'atto di sacrificio che costituisce l'argomento del libro di Boris Handal.

Quando il figlio di Bahá'u'lláh, Mírzá Mehdí, il Ramo Puro, cadde da un lucernario del tetto della prigione dove lui, la sua famiglia e molti bahá'í erano rinchiusi con la Manifestazione di Dio, rimase gravemente ferito e rischiò di morire per le ferite riportate. Quando suo padre gli offrì la vita, scelse invece di sacrificarla affinché le porte della prigione si aprissero e coloro che desideravano vedere Bahá'u'lláh potessero realizzare il loro desiderio.

Accettando questo sacrificio, Bahá'u'lláh pregò per un obiettivo ancora più grande: “Ho offerto, o mio Signore, ciò che mi hai dato, affinché i Tuoi servi siano vivificati e tutti gli abitanti della terra siano uniti”.

Mírzá Mehdí Il Ramo Puro racconta la drammatica storia della breve vita di colui il cui sacrificio fu elevato da Bahá'u'lláh alla stessa stregua dei grandi sacrifici della storia religiosa dell'umanità - il sacrificio del figlio voluto da Abramo, la crocifissione di Cristo, il martirio dell'Imám Husayn - e sprigionò le energie spirituali necessarie per raggiungere lo scopo ultimo della rivelazione di Bahá'u'lláh: la rigenerazione spirituale dell'individuo e l'unità dei popoli del mondo.