Staging Discomfort: Performance and Queerness in Contemporary Cuba
Questo volume visionario esamina il modo in cui i corpi queer sono rappresentati teatralmente sul palcoscenico cubano in modi che sfidano uno dei principali strumenti rivoluzionari dello Stato, la categorizzazione e l'omogeneizzazione degli individui.
Bretton White analizza criticamente le performance contemporanee che sconvolgono le tradizionali concezioni di interprete e spettatore, nonché di ciò che costituisce la cittadinanza cubana ideale. Dopo la rivoluzione del 1959, gli anticonformisti venivano monitorati e denunciati dai comitati locali e puniti o riformati dal governo.
La censura era dilagante e l'arte cubana soffriva nel tentativo dello Stato di controllare il messaggio nazionale. Attraverso la lente della teoria queer, White esplora come il corpo sia stato al centro dell'emarginazione della vita gay da parte dello Stato, basata sulla paura, ed esamina i modi in cui questi spettacoli teatrali disinnescano tale paura. L'autrice sottolinea il modello rivoluzionario di mascolinità e il ruolo che svolge nell'escludere le persone in base alla differenza visibile tra i gay.
White scopre che, attraverso performance sperimentali sulla sessualità, gli attori creano connessioni con il pubblico per evocare sentimenti condivisi di disagio, intimità, vergogna, desiderio, frustrazione e fallimento, che fanno eco alla prevalenza di questi sentimenti in altri spazi cubani. Mettendo in scena la queernità, questi spettacoli mettono in discussione la narrazione statale dell'eteronormatività e mettono i cittadini in condizione di negoziare comprensioni alternative dell'identità cubana.
© Book1 Group - tutti i diritti riservati.
Il contenuto di questo sito non può essere copiato o utilizzato, né in parte né per intero, senza il permesso scritto del proprietario.
Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)