Memorie di una militante: i miei anni nella prigione femminile di Khiam

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Titolo originale:

Memoirs of a Militant: My Years in the Khiam Women's Prison

Contenuto del libro:

Sfatando l'idea che le donne musulmane non abbiano avuto un ruolo attivo nella resistenza armata e nelle lotte di liberazione nazionale.

"Per continuare a vivere in prigione, devi credere che ci resterai per sempre".

Nel toccante e stimolante Memorie di una militante: i miei anni nella prigione femminile di Khiam Nawal Baidoun ci offre il suo resoconto in prima persona della vita di una giovane attivista imprigionata per quattro anni, nonché degli eventi che hanno portato al suo arresto e alla sua detenzione. Nata in una famiglia nazionalista a Bint Jbeil, in Libano, non lontano dal luogo in cui si trovava la prigione, Baidoun, come molti altri, si è trovata costretta a imbracciare le armi per resistere all'occupazione israeliana. Il suo libro di memorie intreccia abilmente due storie: quella delle condizioni di oppressione in cui versano la gente comune e le famiglie del Libano meridionale, e quella degli orrori della vita quotidiana e della lotta per la sopravvivenza all'interno della prigione stessa.

Arrestata per il suo ruolo nella pianificazione dell'assassinio del noto agente e collaboratore israeliano Husayn Abdel Nabi, Baidoun è stata a un certo punto detenuta insieme a Soha Bechara, una compagna di militanza la cui operazione simile è più nota. Con il suo attivismo radicato nella fede islamica, Baidoun infrange l'idea che le donne musulmane non abbiano avuto un ruolo attivo nella resistenza armata. Come le sue sorelle in Algeria e in Palestina, Nawal Baidoun appartiene a una generazione di donne musulmane del mondo arabo che hanno svolto un ruolo significativo nelle loro lotte di liberazione nazionale. L'autrice descrive le intense torture fisiche e mentali subite e il suo rifiuto di confessare nonostante ciò. Memorie di una militante ci offre una visione rara e unica della forza e del coraggio di Baidoun in circostanze e condizioni estreme. La stessa Nawal Baidoun ha dichiarato di aver scritto questo libro come una sorta di lezione di storia per le generazioni che verranno dopo di lei, per mostrare i modi in cui le donne hanno partecipato attivamente alla resistenza e alla lotta contro l'occupazione. Il suo messaggio fortemente abolizionista sulle prigioni e sulla necessità di liberare tutti i prigionieri e i detenuti risuona oggi con forza, così come il suo appello alla solidarietà di fronte all'ingiustizia.