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Purpose in the Universe: The Moral and Metaphysical Case for Ananthropocentric Purposivism
Due visioni del mondo familiari dominano la filosofia occidentale: l'ateismo materialista e il Dio benevolo delle fedi abramitiche. Tim Mulgan esplora una terza via.
Il Purposivismo antropocentrico sostiene che esiste uno scopo cosmico, ma che gli esseri umani sono irrilevanti per esso. Il libro sviluppa una tesi filosofica a favore del Purposivismo antropocentrico che è forte almeno quanto quella a favore del teismo o dell'ateismo. Il libro prende in prestito gli argomenti tradizionali del teismo per difendere uno scopo cosmico.
Questi includono argomenti cosmologici, teleologici, ontologici, meta-etici e mistici. Prende poi in prestito gli argomenti tradizionali degli atei per rifiutare uno scopo incentrato sull'uomo.
Questi includono argomenti basati sul male, sulla diversità e sulle dimensioni dell'universo. Mulgan evidenzia anche le connessioni tra morale e metafisica, sostenendo che le premesse valutative giocano un ruolo cruciale e sottovalutato nei dibattiti metafisici sull'esistenza di Dio, e che il Purposivismo antropocentrico sostiene reciprocamente un'austera morale consequenzialista basata su valori oggettivi.
Conclude che, attingendo a una serie di tradizioni etiche secolari e religiose, uno scopo cosmico non incentrato sull'uomo può fondare una morale umana distintiva. Le nostre pratiche morali, la nostra visione dell'universo morale e la nostra teoria morale si trasformano se passiamo dalla scelta familiare tra un universo senza significato e un universo in cui gli esseri umani contano, al pensiero meno autocelebrativo che, pur trattandosi di qualcosa, l'universo non riguarda noi.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)