Leo Amino: il visibile e l'invisibile

Titolo originale:

Leo Amino: The Visible and the Invisible

Contenuto del libro:

Una splendida celebrazione delle avventure scultoree di Leo Amino nella luce e nel colore, che complica la storia dell'astrazione in America.

Primo catalogo sull'artista nippo-americano Leo Amino (1911-89), questo libro interviene sia nella storia della scultura americana sia in quella dell'arte asiatico-americana. L'opera di Amino provoca un'emozionante riconsiderazione dell'astrazione nelle opere degli artisti di colore.

Come i colleghi sperimentatori Josef Albers e Ad Reinhardt, Amino fu inizialmente riconosciuto dalla cooperativa Artists's Gallery, dove ricevette la sua prima mostra personale nel 1940. Disilluso dalle tradizioni nazionaliste giapponesi e americane dopo la Seconda Guerra Mondiale, Amino trovò la libertà tra gli esuli e i rifugiati del Black Mountain College. Le sue prime opere in legno e filo metallico presentano forme che si sviluppano all'interno di forme. Nel 1945 Amino divenne il primo artista americano a utilizzare la plastica fusa, creando piccole e bellissime sculture "rifrangenti" che articolano la luce e il colore attraverso squisite composizioni astratte trasparenti e traslucide.

Il testo è corredato da un'ampia selezione di immagini della mostra di Amino del 2020 presso David Zwirner, da immagini d'archivio delle mostre collettive di Amino della metà del secolo scorso al Whitney e in altri musei e da fotografie d'archivio inedite dell'artista e delle sue opere degli anni Quaranta e Cinquanta allo Sculpture Center, dove ha esposto per diversi decenni. Il volume è curato e scritto dal nipote dell'artista, lo storico dell'arte Genji Amino, con testi aggiuntivi di Aruna D'Souza, Lucy Lippard, Neferti Tadiar, Mary Whitten e Karen Yamashita.