Le forme, la matematica e l'astronomia di Platone

Titolo originale:

Plato's forms, mathematics and astronomy

Contenuto del libro:

È nota l'opinione di Platone secondo cui la matematica apre la strada alla sua filosofia delle forme.

Questo libro cerca di chiarire il rapporto tra matematica e filosofia così come Platone le concepisce, proponendo che, a suo avviso, sebbene sia stata la filosofia a ideare il concetto di esseri, che chiama forme, e a sottolinearne l'importanza, prima per la filosofia naturale e poi per l'etica, le cose che si qualificano come esseri sono rivelate dalla matematica in modo inconsapevole, come materie prime che devono essere ulteriormente elaborate dalla filosofia (i matematici, per usare la similitudine di Platone nell'Euthedemo, non inventano i teoremi che dimostrano, ma scoprono gli esseri e, come i cacciatori che devono consegnare ciò che catturano ai cuochi se si trasformerà in qualcosa di utile, devono consegnare le loro scoperte ai filosofi). Anche le forme che non portano nomi di oggetti matematici, come le famose forme del bello e del buono, sono in realtà forme di oggetti matematici.

Il primo capitolo è un tentativo di difendere questa tesi. Il secondo sostiene che per Platone il compito cruciale della filosofia di indagare l'esfoliazione delle forme nel mondo sensibile, compresa la sfera della vita privata e pubblica dell'uomo, è già prefigurato in uno dei suoi rami, l'astronomia.