Le culture nomadi nella megastruttura del mondo eurasiatico

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Titolo originale:

Nomadic Cultures in the Mega-Structure of the Eurasian World

Contenuto del libro:

Due grandi linee di demarcazione hanno formato la megastruttura dell'Eurasia, determinando le epoche storiche dei popoli del continente. La prima, verticale (longitudinale), ha separato l'Est dall'Ovest fin dal Paleolitico.

L'Oriente era dominato da popoli mongoli che parlavano lingue sino-tibetane, manciù-tunghi e altaiche. I popoli caucasici dell'Occidente parlavano prevalentemente lingue indoeuropee, semite e ugro-finniche. La seconda linea divideva il continente orizzontalmente (per latitudine) in Nord e Sud.

Questa divisione era strettamente legata alla cintura della steppa eurasiatica. A nord di essa si trovava il mondo dei cacciatori-raccoglitori e dei pescatori.

A sud dominava l'agricoltura stanziale. La stessa cintura steppica era il dominio dei pastori, nomadi e seminomadi. Queste linee convergevano all'ingresso della Grande Via della Seta.

Con il rapido sviluppo dell'addomesticamento del cavallo e dell'equitazione, i nomadi passarono - dalla prima età dei metalli (500-400 a.C.) al Grande Impero di Gengis Khan e dei Gengisidi (1200-1400 a.C.) - alla ribalta della storia eurasiatica, mentre il loro mondo veniva sempre più coinvolto in relazioni drammatiche e talvolta tragiche con i loro vicini meridionali. Questo libro si concentra sul groviglio di problemi della storia di questi popoli nomadi.