Punteggio:
Il libro fornisce un resoconto approfondito e ben studiato delle atrocità commesse in Jugoslavia all'indomani della Seconda guerra mondiale, concentrandosi in particolare sui massacri del 1945 e sulle esperienze dei vari gruppi etnici e dei rifugiati. Aiuta a rivalutare le narrazioni storiche e a sfatare i miti che circondano questo periodo. Tuttavia, manca di mappe adeguate e potrebbe non aver raggiunto un pubblico ampio.
Vantaggi:⬤ Ben studiato e ricercato
⬤ contribuisce alla rivalutazione della storia del dopoguerra
⬤ aiuta a scoprire verità nascoste sulla violenza etnica
⬤ si basa su testimonianze convalidate e su fonti d'archivio precedentemente inutilizzate.
⬤ Mancano le mappe, che possono ostacolare la comprensione della topografia coinvolta
⬤ potrebbe non aver raggiunto un numero sufficiente di lettori
⬤ alcuni archivi rimangono inesplorati o sono stati distrutti.
(basato su 2 recensioni dei lettori)
The Tragedy of Bleiburg and Viktring, 1945
Le atrocità e gli omicidi di massa commessi dalle unità partigiane dell'esercito jugoslavo di Josip Broz Tito subito dopo la Seconda Guerra Mondiale non hanno trovato posto nella coscienza della Jugoslavia socialista. Più di una volta, la commemorazione annuale croata delle vittime di Bleiburg è stata oggetto di attacchi da parte dello Stato socialista jugoslavo. All'estero, in Occidente, in territorio austriaco, i servizi segreti jugoslavi (UDBA) non esitarono a uccidere il protagonista della cultura della memoria croata, Nicola Martinovic, già nel 1975. La storia ufficiale era allineata a un solido paradigma interpretativo che prevedeva la glorificazione della "resistenza popolare di liberazione" antifascista. Con la dissoluzione della Jugoslavia e del suo regime socialista nel 1991, i resoconti identitari dei testimoni contemporanei, che erano stati apprezzati soprattutto negli ambienti dell'esilio all'estero, hanno raggiunto sempre più la consapevolezza pubblica in Croazia e Slovenia.
Negli anni '90 la Croazia ha visto emergere una memoria che era stata soppressa dal regime socialista-jugoslavo, ovvero la tragedia di Bleiburg. La situazione in Slovenia era simile in termini di identità e cultura del ricordo. Tra gli sloveni, i crimini commessi dai comunisti durante i disordini sono noti come il dramma di Viktring o la tragedia di Viktring, dal nome del più grande campo profughi degli sloveni. I resoconti sui crimini comunisti del dopoguerra e sulle innumerevoli scoperte di fosse comuni hanno iniziato a circolare negli ultimi anni anche nei media del mondo di lingua tedesca. Il libro di Florian Rulitz, meticolosamente studiato e ora disponibile per la prima volta in inglese, fornisce un correttivo alla memoria storica che era stata precedentemente accettata come verità. Rulitz si concentra su due questioni essenziali. In primo luogo, le cosiddette "battaglie finali di accerchiamento" si sono effettivamente svolte in Carinzia nelle aree di Ferlach/Hollenburg/Viktring e Dravograd/Poljana/Bleiburg, con conseguenti vittorie militari dell'esercito jugoslavo? In secondo luogo, le battaglie successive alla capitolazione furono combattute dai rifugiati con l'obiettivo di raggiungere le zone della Carinzia controllate dagli inglesi? Per rispondere a queste domande, Rulitz presenta una ricostruzione dettagliata di quei giorni del maggio 1945. Prende inoltre in considerazione la questione degli omicidi in territorio austriaco, taciuti nella letteratura partigiana e presentati come vittime delle operazioni militari finali.
Questo studio innovativo interesserà gli studiosi e gli studenti di storia europea moderna.
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Ultima modifica: 2024.11.08 20:28 (GMT)